Pedemontana, comitati contro il M5s

Domenica 14 Ottobre 2018
L'ACCUSA
VENEZIA Pedemontana Veneta, i comitati mollano il Movimento 5 Stelle. Si sentono traditi dalle promesse, esprimono «rabbia per l'immorale comportamento», accusano i parlamentari pentastellati di essersi «distratti» e giudicano «inutile» l'incontro avuto quattro mesi fa con il capogruppo e il vice in consiglio regionale. Tutto nasce dal mancato inserimento della Spv nelle procedure di analisi costi-benefici indicate nel Def, il Documento di economia e finanza approvato dal Governo e dalle Camere. E aumenta con i comunicati diffusi venerdì dal ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli e dai gruppi parlamentari veneti e regionali del M5s dopo l'incontro avuto nella capitale. Ebbene, quei comunicati - con Toninelli che smentisce di aver avallato la Pedemontana limitandosi a dire che l'elenco delle opere citate nel Def non era esaustivo - non ha placato la base. Anzi. In compenso chi - come il presidente di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco - vuole vedere l'opera completata al più presto, non nasconde la preoccupazione per le incertezze sulla prosecuzione dell'opera: «Chi dice no, che vada a cavallo».
LA RABBIA
L'attacco più duro al M5s veneto arriva dal CoVePa, il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa che mette assieme vari comitati. «Non nascondiamo - recita una nota diffusa ieri - il disappunto, lo sconcerto e la rabbia per l'immorale comportamento a cui assistiamo. Si sa però che in politica questo è la normalità, ci aspettavamo un cambiamento concreto perché questa è la cifra con cui si vogliono distinguere. Abbiamo capito che la loro cifra è insufficiente e credevamo di non verificare così rapidamente che non vi è nulla di nuovo sotto il sole». Quanto ai comunicati del ministro Toninelli e dei pentastellati veneti, il portavoce del CoVepa, Massimo Follesa - peraltro iscritto al M5s - è durissimo: «Credo siano una sconfitta grave e pesante e tolgono agibilità politica a un progetto di cambiamento. Faccio notare il passo indietro, non si parla di analisi costi benefici. Questo aspetto è grave perché attiene al competente intervento dei parlamentari veneti e alla certificazione dell'insostenibilità dell'opera. Soprattutto l'inserimento di Pedeveneta nel Def avrebbe dichiarato che la Lega accettava il principio di verifica, apriva una mediazione e sanciva un patto per tutti anche in Veneto. Dovevano chiederlo per loro soprattutto». E ancora: «Emerge che gli incontri con il ministro, nonostante le dichiarazioni, non ci sono mai stati. Li avevamo sollecitati da maggio offrendo un percorso e gli strumenti per portare al tavolo sulla Spv la Lega. Inutile è stato l'incontro con Jacopo Berti e Manuel Brusco a Padova in giugno, tanto da spingerci a presentare una documentata segnalazione a Roma, affinché si avviassero le attività ispettive, siamo in attesa di risposte e di un programma di incontri tecnici e politici perché si arrivi a un negoziato politico. Riteniamo che qualcuno dovrà rispondere e darci prova che le promesse non sono false. Insomma, erano i parlamentari veneti a dover pretendere che vi fosse una seria analisi dei costi e dei benefici, ma si sono distratti e non ne salviamo uno». Rincara Matilde Cortese: «Inaccettabile il riferimento alla regionalità dell'opera».
GLI IMPRENDITORI
Mentre il CoVePa chiede di togliere il tunnel a Malo e i caselli liberalizzando gli accessi e di estromettere il concessionario privato, gli industriali premono perché l'opera venga completata. «Non possiamo trasportare la merce con i cavalli, impiegare due ore per andare da Padova a Treviso, non connettere Padova, Vicenza, Treviso e Venezia - dice il presidente di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco - Abbiamo bisogno di un territorio connesso perché una grande area metropolitana non si misura in chilometri ma in tempi di percorrenza».
Sul fronte politico, Il coordinatore dei parlamentari veneti del Pd, Roger De Menech, bolla come «surreale» la lotta a colpi di comunicati stampa tra il Movimento 5 Stelle, la Lega e la giunta regionale: «Lo scontro di questi giorni sulla Pedemontana mi sembra una gigantesca presa in giro, forse ancora più grande dell'opera stessa. Sono alleati di governo. Beh, governino se ci riescono».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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