Orrore e choc in azienda: «No, non ci crediamo»

Martedì 4 Settembre 2018
Orrore e choc in azienda: «No, non ci crediamo»
I COLLEGHI
GAIARINE La notizia dell'arresto di Blerta arriva come un terremoto alla 4-noks srl, l'azienda di Francenigo dove lavorava la 28enne accusata dell'omicidio della sorellina, della mamma e del papà. A comunicarla via telefono è Il Gazzettino: «Sta scherzando? Mi sento male. Mamma mia non so che dire». Sono queste le prime parole pronunciate dalla dirigente che, con la voce rotta dallo stupore e dall'orrore, chiama nel suo ufficio i dipendenti. Blerta era segretaria nel ramo commerciale dell'azienda. Lavorava a Francenigo dal 2014 e aveva continuato anche dopo il cambio di proprietà avvenuto nel 2015. Dall'altra parte del telefono si sentono nitidamente tante voci che si intrecciano, esclamazioni di stupore e di incredulità. «Blerta ha ammazzato i genitori e la sorellina». Difficile da credere o solo da ipotizzare per chi ha lavorato fianco a fianco con lei per 4 anni. E che non può che descriverla come una ragazza come tante, una giovane che aveva le sue passioni e i suoi desideri.
L'AMORE PER LA SORELLINA
«Un carattere forte, a tratti impetuoso. Poi magari scoppiava a piangere se le si faceva un'osservazione». Frasi pronunciate quando ancora riesce difficile elaborare una notizia così drammatica. Un orrore che se possibile diventa ancor più atroce quando i colleghi raccontano del suo amore per la sorellina, la quattordicenne Anila. «Parlava sempre di lei. La considerava come una figlia più che una sorellina, vista la differenza d'età. Le comperava regali ogni volta che poteva». La sorellina che Blerta avrebbe ucciso con la pistola dopo aver fatto fare la stessa fine ai genitori. Ma è ancora l'incredulità a farla da padrona, in quell'ufficio dove come un fulmine è piombata la notizia più agghiacciante. «Ma non sta scherzando. È proprio tutto vero?». Raccontano anche del fidanzato, che secondo alcune fonti lavorerebbe nell'ambito della stessa azienda, anche se non come dipendente diretto. Raccontano ancora della sua passione per la speleologia, del suo mese trascorso l'anno scorso sotto terra. Dalla cornetta si continuano a sentire parole inframezzate da silenzi, fino a che le domande non trovano più risposte. «Ora è meglio che non diciamo più nulla. Sa, non sapevamo niente e per noi è stato un vero choc». E come poteva essere altrimenti? Come non rimanere sconvolti e inorriditi dall'apprendere che la vicina di scrivania è volata in Macedonia per sterminare la sorellina e i genitori.
Su.Sal.
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