Onichini, nuova accusa al ladro: falsa testimonianza

Mercoledì 20 Dicembre 2017
Onichini, nuova accusa al ladro: falsa testimonianza
IL PROCESSO
PADOVA Falsa testimonianza: è la nuova accusa che il sostituto procuratore Emma Ferrero contesta a Elson Ndreca, il ladro albanese che la notte del 22 luglio 2013 aveva fatto irruzione a casa del macellaio Walter Onichini, a Legnaro, assieme ad altri due complici. Ed è per colpa loro che Ndreca, ora latitante in Albania, è di nuovo nei guai. «Pagherò per quello che devo» aveva risposto Ndreca il 19 giugno scorso al pm e al tribunale Collegiale che lo stava ascoltando come testimone e che gli aveva chiesto di scucire i nomi degli altri complici, scappati mentre Onichini (che lunedì è stato condannato a 4 anni e 11 mesi e a 24.500 euro di risarcimento del danno) sparava dalla finestra di casa sua e lo centrava alla schiena, ferendolo. Ma quel giorno lui, capello impomatato, polo bianca e una fede al dito a testimoniare un matrimonio di poche settimane prima, aveva deciso di tenere per sé quei nomi e quel segreto. Un'omertà decisa e profonda che gli è costata ora una nuova inchiesta e altri futuri guai, come se non bastasse il mandato di cattura europeo che pende sulla sua testa, dopo che a inizio giugno era diventata definitiva la condanna in abbreviato a 3 anni e 8 mesi decisa dal giudice dell'udienza preliminare di Padova a febbraio, proprio per il colpo a casa di Onichini. Che a inizio dello scorso settembre aveva denunciato il ladro in procura per falsa testimonianza. Un esposto diventato cardine della nuova inchiesta, in attesa che Ndreca venga arrestato. Uno spiraglio per il suo arresto si era aperto quel 19 giugno quando Ndreca, in tribunale per raccontare la propria versione dei fatti, aveva ascoltato le parole dell'avvocato Ernesto De Toni, legale di Onichini, che suggeriva come fossero scaduti i termini per impugnare la sentenza del gup di Padova e come, quindi, fosse così diventata definitiva. Nessuno però si era deciso a firmare un ordine di carcerazione e così, chiusa la testimonianza, Ndreca si era lasciato alle spalle il tribunale (e il carcere) di Padova, uscendo con le sue gambe da palazzo di Giustizia. L'ordine di carcerazione arriverà solo alcuni giorni dopo, con il ladro già nascosto in Albania. Una cosa almeno quella volta Ndreca l'aveva chiarita al tribunale: casa di Onichini era stata »scelta a caso. Siamo partiti da Milano e non sapevamo dove andare. Io? Ero alla mia prima uscita». Si legge furto.
N.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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