NUOVO LUTTO
MARTELLAGO Era sempre in prima linea quando bisognava correre a liberare

Martedì 14 Aprile 2020
NUOVO LUTTO
MARTELLAGO Era sempre in prima linea quando bisognava correre a liberare case allagate, rimuovere alberi dalla strada, portare aiuto. A Pasqua il Covid-19 ha colpito duro la comunità, dov'era conosciuto e stimato da tutti, stroncando uno dei simboli, degli eroi silenziosi della Protezione Civile, Nello Michieletto, quarta vittima nel comune: aveva 66 anni e non aveva altri problemi di salute. Nato a Martellago e residente a Maerne, era stato ricoverato a Mirano il 21 marzo e il 22, confermata la positività, trasferito a Dolo, dov'è morto. All'inizio comunicava con congiunti e compagni e scalpitava per tornare a rendersi utile. Il 27 però si è aggravato ed è stato intubato. Venerdì gli avevano ridotto l'ossigeno e fra i sanitari filtrava ottimismo, ma sabato è arrivato il tracollo e ha ceduto anche il cuore. Michieletto, gran lavoratore con lo spirito di servizio nel Dna, era un volontario che sapeva il fatto suo avendo lavorato anni alla Enichem di Porto Marghera come vigile del fuoco.
LA PROTEZIONE CIVILE
Una volta andato in pensione, oltre a fare il nonno a tempo pieno aveva reso disponibile quest'esperienza nella Protezione civile comunale, diventata un modello anche per merito suo: è stato uno dei fondatori a inizio 2000, il primo coordinatore ed era nel direttivo, addestrava i giovani e si occupava della manutenzione di mezzi e attrezzature. Non si contano le missioni cui ha partecipato col gruppo, a Martellago, nei comuni vicini, in Italia, da L'Aquila ad Amatrice: centinaia i messaggi di cordoglio e gratitudine dei cittadini ma anche di altre protezioni civili. «Siamo affranti: abbiamo perso un amico e un maestro - dice il coordinatore Cristiano Serena chiarendo che nessun volontario è stato in quarantena per contatti con la vittima - Nello era una colonna del gruppo, ma anche una persona speciale, per il modo di lavorare, sempre umile e gentile, e la voglia di aiutare il prossimo: bastava una telefonata e si partiva». «Quante emergenze assieme aggiunge Renato Trevisanato, altro volontario - Scherzoso e sorridente, ma calmo, preciso e professionale. Un onore operare con lui». Commosso anche il ricordo del sindaco Saccarola, che ha portato le condoglianze alla famiglia e pensa di intitolargli la sede del gruppo. «Il virus ci ha strappato uno degli angeli con la divisa gialloblu. Ci mancheranno le sue scrupolose manovre, i consigli, gli incoraggiamenti: un esempio per tanti giovani volontari e anch'io ho appreso tanto da lui». «È dura da accettare: non aveva nulla, non beveva né fumava. A novembre avevamo fatto gli esami e i suoi erano migliori dei miei - lo piange il figlio Dario - Un generoso, con i suoi cari - per farti stare bene si privava del suo -, i nipotini che accudiva con amore, con tutti: mai detto no in vita sua. E con questa procedura brutale non possiamo neanche salutarlo». Perciò i compagni domenica gli hanno dedicato una toccante cerimonia sotto casa, schierandosi davanti ai mezzi alle note dell'Inno di Mameli e abbracciando a distanza i suoi cari. Lascia la moglie Vanna, i figli Dario e Riccardo, i nipotini Fabio ed Elisa, i fratelli Sonia e Gianni.
Nicola De Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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