«Non so neppure che film proiettino ero impaziente di tornare al cinema»

Martedì 27 Aprile 2021
«Non so neppure che film proiettino ero impaziente di tornare al cinema»
IN SALA
BELLUNO Si è commosso Manuele Sangalli, titolare del Cinema Italia, quando, prima della proiezione del film, ha parlato al pubblico che ieri sera ha voluto celebrare la riapertura delle sale con la visione della pellicola Corpus Christi del regista polacco Jan Komasa. «Oggi è stato un giorno lungo perché abbiamo riaperto con dei lavori in corso ha esordito sono stati mesi lunghi per tutto quello che è successo. Questa sera, con voi qui presenti, abbiamo ritrovato il cinema vero che non può essere sostituito dalla sala virtuale. Le persone si incontrano qui. Ringrazio voi che avete voluto essere qui e che aspettavate questo momento. E che magari in questi mesi avete scelto di non vedere i film sulle diverse piattaforme o che, forse, deciderete di rivederli qui».
I PIONIERI
Sessantadue i biglietti staccati per un sala la cui capienza normale è di 360 posti a sedere e che ora, per rispettare le norme ed i protocolli di contenimento del Covid, la vede ridotta alla metà.
«BUON SEGNALE»
«Questo per noi è un buon segnale dice guardando le persone sedute. Abbiamo ricevuto aiuti per l'anno 2020 e altri, ci è stato detto ne riceveremo per il 2021». Due i modi con cui era possibile acquistare i biglietti per la proiezione delle ore 19,30 di ieri sera: o prenotando on-line o, come da tradizione, alla cassa. All'ingresso era lo stesso Sangalli a controllare: prima con il termo-scanner rilevava la temperatura degli appassionati cinefili, poi con un lettore ottico verificava e registrava i biglietti staccati telematicamente. Composita per provenienza la piccola folla del pubblico che non si è voluto perdere il ritorno in sala: la stragrande maggioranza arrivava naturalmente dalla città, ma nel primo giorno in fascia gialla e di possibilità di uscire dal proprio Comune, sulle poltrone rosse del Cinema Italia si sono accomodati anche spettatori provenienti da fuori Comune, dalla Sinistra Piave, per esempio, e anche dalle valli alte.
IMPAZIENTI
«Sono venuta al cinema perché mi piace vedere il film in sala ed era un'esperienza che mi mancava dice Nazarena De Marchi e per dare un segnale di vicinanza a quanti in questi mesi hanno sofferto per la chiusura». Aggiunge Nanni Dorigo: «Nemmeno so che film proiettino; c'è tanta voglia di socialità in giro e se fosse stato fatto un appello al senso di responsabilità delle persone e meno catastrofismi, forse sarebbe andata meglio». La gente era arrivata per tempo, ben prima dell'orario di avvio della proiezione, consapevole che le operazioni di verifica di prenotazione e temperatura avrebbero richiesto qualche minuto in più del solito. Ma in tanti, dopo aver espletato le operazioni preliminari, sostava nell'ampio marciapiede antistante l'ingresso del cinema. L'ultimo film proiettato prima della serrata era sto Honeyland. Ma Sangalli guarda avanti e alletta i 62 spettatori con il programma delle prossime sere: questa sera toccherà a We are the Tousand, che il gestore ha presentato come un omaggio a tutte le persone che lavorano in teatri, cinema e altri ambiti artistici e che in questi mesi hanno sofferto al chiusura. «Mercoledì toccherà a In the mood for love ha detto Sangalli un film molto delicato. E di delicatezza, di questi tempi, ne abbiamo proprio bisogno». Il titolare della sala poi, una volta iniziata la proiezione, aggiunge: «C'è molta voglia di cinema. Lo testimoniano non solo le persone che questa sera sono qui, ma anche il fatto, per esempio, che la piattaforma Netflix a New York ha acquistato un cinema: evidentemente c'è ancora molta gente che preferisce vedere i film in sala: provare le stesse emozioni di uno sconosciuto che è seduto accanto a te, è evidentemente un'esperienza che qualcuno non vuole perdere».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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