No vax in corsia, Lanzarin rassicura: «Faremo come dice il decreto 44»

Venerdì 4 Giugno 2021
No vax in corsia, Lanzarin rassicura: «Faremo come dice il decreto 44»
IL CASO
BELLUNO Sono bloccate in una specie di limbo le lettere di sospensione dei sanitari contrari al vaccino anti-covid. Nonostante un decreto, il 44, convertito in legge lo scorso 25 maggio, e nonostante vari pronunciamenti da parte dei tribunali del lavoro (3 solo a Belluno), tutto tace. Chi non si è vaccinato continua a lavorare in corsia o comunque a stretto contatto con le persone fragili. L'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha spiegato che «la Regione e le ulss non possono fare niente di diverso da quello che prevede il decreto 44». Quindi: «C'è la sospensione dei non vaccinati, oppure tali persone vengono indirizzate in altri settori che non abbiano un contatto diretto con i pazienti o con situazioni di questo tipo». L'iter da seguire è chiaro e il decreto lo spiega passo dopo passo. Ma l'applicazione della norma, ad oggi, risulta congelata. La questione è più complessa di ciò che sembra. Lasciare un sanitario non vaccinato in corsia non ha implicazioni solo per i pazienti che assiste ogni giorno nel suo reparto o nella casa di riposo in cui lavora. C'è un aspetto penale che ha evidenziato pochi giorni fa Francesco Noce, presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri del Veneto, quando ha detto che «le ulss devono sospendere i medici contrari al vaccino anti-covid, altrimenti diventa omissione di atti d'ufficio». Si tratta dell'articolo 328 del Codice Penale: «Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità (il nostro caso, ndr), deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni». Il decreto 44 pone dei paletti anche sui tempi. A partire dalla lettera che l'azienda sanitaria ha inviato, ormai più di un mese fa, ai dipendenti non vaccinati chiedendo loro di chiarire ciascuna posizione entro 5 giorni. La preoccupazione delle ulss è comprensibile.
NODO PERSONALE
Lasciare a casa medici, infermieri, operatori socio-sanitari significa sguarnire interi reparti. Ma al tempo stesso è necessario proteggere la salute dei più fragili. «Non è una giustificazione valida quelle delle ulss ha continuato Noce C'è una legge e gli enti pubblici, a maggior ragione, devono rispettarla. È una vicenda che sta diventando qualcosa di angosciante. Ammetto che sono demoralizzato». La situazione fermo restando che l'ultima parola spetta comunque alla Regione è paradossale soprattutto a Belluno dove il tribunale del lavoro ha già bocciato due ricorsi e un reclamo da parte di sanitari contrari al vaccino. Il 31 maggio scorso è stato rigettato il secondo presentato da ben 59 sanitari (c'erano anche tre medici ma si sono ritirati a seguito della pubblicazione della notizia). Il giudice Anna Travia, pur non dilungandosi troppo sulle motivazioni, ha ribadito un concetto chiave. Ossia: c'è un decreto e va applicato. «La vaccinazione si legge all'articolo 4 costituisce requisito essenziale per l'esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati». Chi non vuole vaccinarsi, esclusa ovviamente la persona che non può farlo per motivi sanitari, deve essere spostato di mansione o sospeso senza retribuzione fino al 31 dicembre.
«RISPETTIAMO LE NORME»
Le rassicurazioni da parte della sanità non mancano. Il 28 maggio il direttore generale dell'Ulss Dolomiti aveva detto: «Stiamo procedendo con i vari passaggi previsti dalla normativa sulle persone che sono residenti nel nostro territorio e che non si sono vaccinate». Ieri mattina, l'assessore regionale Manuela Lanzarin ha ribadito che «Regione e ulss faranno rispettare quello che è una normativa nazionale». Ad oggi, tuttavia, nessuno è stato segnalato. Gli Ordini di Belluno stanno ancora aspettando la lista degli associati non vaccinati.
DP
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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