Nel Pd è guerra sul simbolo Lista unitaria, sì di Gentiloni

Domenica 13 Gennaio 2019
Nel Pd è guerra sul simbolo Lista unitaria, sì di Gentiloni
IL CENTROSINISTRA
ROMA Il Partito democratico sotto congresso pensa alle Europee e litiga sul simbolo, ma la strada verso una lista unica della sinistra per Strasburgo appare ad oggi piuttosto complicata. LeU non ci sta, infatti, ad un indistinto «fronte repubblicano» e vuol correre da sola. Anzi, rilancia il partito della sinistra e prepara un congresso fondativo.
Intanto, i Dem scendono con tavolini e gazebo in mille piazze d'Italia per protestare sulle misure varate dal governo a fronte della «gelata nell'economia italiana» che, secondo l'ex premier Paolo Gentiloni, «si sta profilando, favorita anche dal rallentamento europeo, ma determinata in modo significativo dall'irresponsabilità a cui abbiamo assistito in questi mesi. Ma questa serietà non c'è».
Ma, manovra a parte, il tema caldo nella sinistra è come presentarsi come alternativa alla Lega ed al M5S in vista delle elezioni europee. Il Pd punta ad una lista unica che raggruppi tutte le forze di centrosinistra per la corsa all'Europarlamento. «Alle Europee dovremo andare con una grande lista unitaria», sostiene Gentiloni, senza però sbilanciarsi ai gazebo di Roma se nel simbolo di questa grande lista debba esserci quello del Pd: «Lo discuteranno nel Pd e con chi parteciperà a questa operazione, sicuramente la lista unitaria avrà il Pd come pilastro fondamentale», puntualizza.
IL CONFRONTO
E al dibattito sulla presenza o meno del simbolo del Pd alle prossime europee non si appassiona Giuseppe Sala: gli interessa di più «il futuro della sinistra e quello che si deve fare per tornare a vincere». E Roberta Pinotti trova «singolare e francamente incomprensibile che il dibattito congressuale del Pd oggi si stia focalizzando sull'utilizzo del simbolo alle europee». Il segretario uscente Maurizio Martina di rinunciare al simbolo per le Europee non ci pensa per niente. «Altro che rinunciare al simbolo. Io penso che dobbiamo allargare a tante energie del Paese che anche oggi hanno detto No a questo governo, non dobbiamo annullarci», sbotta.
In ogni caso, Leu dice no alla lista unica, candidandosi ad essere «alternativa di sinistra»: «Alle prossime elezioni europee l'errore peggiore che la sinistra potrebbe compiere sarebbe quello di confondersi in un indistinto «fronte repubblicano» sostiene Federico Fornaro, mentre la rete nazionale dei comitati di base ribadisce la volontà «di andare avanti e di procedere nel progetto di costituzione del nuovo partito di sinistra». E pensa, appunto, ad un congresso di fondazione.
D.Pir.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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