LA GRANDE OPERA
VENEZIA Da un lato c'è un decreto firmato dal Provveditorato alle Opere pubbliche che permette lo spostamento di un certo flusso di risorse inizialmente destinate a una partita di interventi (considerati ora meno urgenti), al pagamento delle ditte che hanno effettuato lavori. Dall'altro ci sono le ditte che aderiscono a Kostruttiva, che prima di abbandonare del tutto le velleità di blocco dei cantieri ipotizzato nei mesi scorsi, chiedono un segnale concreto, pur registrando positivamente la notizia dello sblocco dei fondi. E il segnale concreto si traduce versamento in cassa.
INCERTEZZA
È ancora tutto da scrivere, però, l'ultimo capitolo della storia del Mose e la contabilità finale assume dei connotati inediti, perché trattandosi di un'opera unica al mondo è difficile anche stabilire un parametro con cui procedere. Dunque il clima resta incerto, nonostante sia certa la destinazione di nuove risorse fresche. «A volte ci sono interventi che non è chiaro chi deve pagare - spiega il Provveditore Cinzia Zincone - altrimenti gli amministratori sono esposti al rischio di danno erariale, nel caso in cui si accertasse che il lavoro non era fatto a regola d'arte». E quindi è richiesta una flessibilità che non sempre i dettami della contabilità pubblica contemplano, a differenza del privato che ha un tempo di reazione molto diverso. «Capisco la posizione delle imprese - sottolinea ancora Zincone - ovvio che puntano a sistemare la cassa. D'ora in poi dovremo valutare caso per caso quello che andremo a pagare, e dovremo farlo di concerto con il commissario Spitz e i commissari del Consorzio Venezia Nuova». Dunque dovranno essere superati anche i precedenti conflitti tra Provveditorato e Consorzio, proprio in vista della dirittura d'arrivo. Insieme al commissario Elisabetta Spitz, infatti, è stato messo a punto un protocollo in base al quale saranno valutate le richieste che di volta in volta arriveranno. E in alcuni casi le decisioni dovranno essere assunte con una maggior flessibilità rispetto al passato, secondo criteri di buon senso. Perché si possono presentare delle situazioni nuove: finora i pagamenti erano sulla base dello stato di avanzamento lavori, ora a volte ci sono delle procedure a rimborso. E quindi bisogna adeguarsi caso per caso.
LE DITTE
Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva, e Giovanni Salmistrari, presidente dell'Associazione Costruttori edili, tra loro sono sulla stessa linea. «Non c'è motivo di dubitare di quanto sia stato annunciato sullo sblocco dei fondi - dice Rizzo - ma ufficialmente non ci è stato ancora comunicato nulla. Per cui registriamo positivamente il segnale e attendiamo la fase successiva». «Perché gli imprenditori non possono accontentarsi di promesse - gli fa eco Salmistrari - alla fine del mese servono i soldi per pagare gli operai. Ovvio che se i soldi arrivano non avremo più motivo di protestare, ma servono garanzie, anche per il futuro». Intanto la prossima sarà una settimana cruciale: il 26 è previsto il comitato tecnico amministrativo in cui approderanno molti progetti importanti per il futuro della grande opera, il 27 il nuovo sollevamento dell'intera schiera di barriere mobili a San Nicolò, per la prima volta in condizioni di marea normale, il 28 l'incontro dal Prefetto per un aggiornamento della cabina di regia. Infine il 3 marzo il Comitatone.
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA VENEZIA Da un lato c'è un decreto firmato dal Provveditorato alle Opere pubbliche che permette lo spostamento di un certo flusso di risorse inizialmente destinate a una partita di interventi (considerati ora meno urgenti), al pagamento delle ditte che hanno effettuato lavori. Dall'altro ci sono le ditte che aderiscono a Kostruttiva, che prima di abbandonare del tutto le velleità di blocco dei cantieri ipotizzato nei mesi scorsi, chiedono un segnale concreto, pur registrando positivamente la notizia dello sblocco dei fondi. E il segnale concreto si traduce versamento in cassa.
INCERTEZZA
È ancora tutto da scrivere, però, l'ultimo capitolo della storia del Mose e la contabilità finale assume dei connotati inediti, perché trattandosi di un'opera unica al mondo è difficile anche stabilire un parametro con cui procedere. Dunque il clima resta incerto, nonostante sia certa la destinazione di nuove risorse fresche. «A volte ci sono interventi che non è chiaro chi deve pagare - spiega il Provveditore Cinzia Zincone - altrimenti gli amministratori sono esposti al rischio di danno erariale, nel caso in cui si accertasse che il lavoro non era fatto a regola d'arte». E quindi è richiesta una flessibilità che non sempre i dettami della contabilità pubblica contemplano, a differenza del privato che ha un tempo di reazione molto diverso. «Capisco la posizione delle imprese - sottolinea ancora Zincone - ovvio che puntano a sistemare la cassa. D'ora in poi dovremo valutare caso per caso quello che andremo a pagare, e dovremo farlo di concerto con il commissario Spitz e i commissari del Consorzio Venezia Nuova». Dunque dovranno essere superati anche i precedenti conflitti tra Provveditorato e Consorzio, proprio in vista della dirittura d'arrivo. Insieme al commissario Elisabetta Spitz, infatti, è stato messo a punto un protocollo in base al quale saranno valutate le richieste che di volta in volta arriveranno. E in alcuni casi le decisioni dovranno essere assunte con una maggior flessibilità rispetto al passato, secondo criteri di buon senso. Perché si possono presentare delle situazioni nuove: finora i pagamenti erano sulla base dello stato di avanzamento lavori, ora a volte ci sono delle procedure a rimborso. E quindi bisogna adeguarsi caso per caso.
LE DITTE
Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva, e Giovanni Salmistrari, presidente dell'Associazione Costruttori edili, tra loro sono sulla stessa linea. «Non c'è motivo di dubitare di quanto sia stato annunciato sullo sblocco dei fondi - dice Rizzo - ma ufficialmente non ci è stato ancora comunicato nulla. Per cui registriamo positivamente il segnale e attendiamo la fase successiva». «Perché gli imprenditori non possono accontentarsi di promesse - gli fa eco Salmistrari - alla fine del mese servono i soldi per pagare gli operai. Ovvio che se i soldi arrivano non avremo più motivo di protestare, ma servono garanzie, anche per il futuro». Intanto la prossima sarà una settimana cruciale: il 26 è previsto il comitato tecnico amministrativo in cui approderanno molti progetti importanti per il futuro della grande opera, il 27 il nuovo sollevamento dell'intera schiera di barriere mobili a San Nicolò, per la prima volta in condizioni di marea normale, il 28 l'incontro dal Prefetto per un aggiornamento della cabina di regia. Infine il 3 marzo il Comitatone.
Raffaella Vittadello
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