Mose, resta l'incertezza Le aziende non si fidano

Venerdì 21 Febbraio 2020
LA GRANDE OPERA
VENEZIA Da un lato c'è un decreto firmato dal Provveditorato alle Opere pubbliche che permette lo spostamento di un certo flusso di risorse inizialmente destinate a una partita di interventi (considerati ora meno urgenti), al pagamento delle ditte che hanno effettuato lavori. Dall'altro ci sono le ditte che aderiscono a Kostruttiva, che prima di abbandonare del tutto le velleità di blocco dei cantieri ipotizzato nei mesi scorsi, chiedono un segnale concreto, pur registrando positivamente la notizia dello sblocco dei fondi. E il segnale concreto si traduce versamento in cassa.
INCERTEZZA
È ancora tutto da scrivere, però, l'ultimo capitolo della storia del Mose e la contabilità finale assume dei connotati inediti, perché trattandosi di un'opera unica al mondo è difficile anche stabilire un parametro con cui procedere. Dunque il clima resta incerto, nonostante sia certa la destinazione di nuove risorse fresche. «A volte ci sono interventi che non è chiaro chi deve pagare - spiega il Provveditore Cinzia Zincone - altrimenti gli amministratori sono esposti al rischio di danno erariale, nel caso in cui si accertasse che il lavoro non era fatto a regola d'arte». E quindi è richiesta una flessibilità che non sempre i dettami della contabilità pubblica contemplano, a differenza del privato che ha un tempo di reazione molto diverso. «Capisco la posizione delle imprese - sottolinea ancora Zincone - ovvio che puntano a sistemare la cassa. D'ora in poi dovremo valutare caso per caso quello che andremo a pagare, e dovremo farlo di concerto con il commissario Spitz e i commissari del Consorzio Venezia Nuova». Dunque dovranno essere superati anche i precedenti conflitti tra Provveditorato e Consorzio, proprio in vista della dirittura d'arrivo. Insieme al commissario Elisabetta Spitz, infatti, è stato messo a punto un protocollo in base al quale saranno valutate le richieste che di volta in volta arriveranno. E in alcuni casi le decisioni dovranno essere assunte con una maggior flessibilità rispetto al passato, secondo criteri di buon senso. Perché si possono presentare delle situazioni nuove: finora i pagamenti erano sulla base dello stato di avanzamento lavori, ora a volte ci sono delle procedure a rimborso. E quindi bisogna adeguarsi caso per caso.
LE DITTE
Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva, e Giovanni Salmistrari, presidente dell'Associazione Costruttori edili, tra loro sono sulla stessa linea. «Non c'è motivo di dubitare di quanto sia stato annunciato sullo sblocco dei fondi - dice Rizzo - ma ufficialmente non ci è stato ancora comunicato nulla. Per cui registriamo positivamente il segnale e attendiamo la fase successiva». «Perché gli imprenditori non possono accontentarsi di promesse - gli fa eco Salmistrari - alla fine del mese servono i soldi per pagare gli operai. Ovvio che se i soldi arrivano non avremo più motivo di protestare, ma servono garanzie, anche per il futuro». Intanto la prossima sarà una settimana cruciale: il 26 è previsto il comitato tecnico amministrativo in cui approderanno molti progetti importanti per il futuro della grande opera, il 27 il nuovo sollevamento dell'intera schiera di barriere mobili a San Nicolò, per la prima volta in condizioni di marea normale, il 28 l'incontro dal Prefetto per un aggiornamento della cabina di regia. Infine il 3 marzo il Comitatone.
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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