L'INTERVISTA
VENEZIA L'8 giugno il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, l'ex Cipe) con tutta probabilità sbloccherà 538 milioni da destinare al Mose, Piano Europa e salvaguardia della laguna. A stabilirlo è stato il pre-Cipess, tenutosi ieri, che anticipa le decisioni che si prenderanno al comitato. Il via libera al finanziamento con 538.421.225 euro prevede la ridistribuzione di circa 200 milioni a Piano Europa e salvaguardia della laguna, mentre la somma restante sarà destinata al completamento del Mose. Un successo a cui ha contribuito Nicola Pellicani, parlamentare del Pd, che commenta: «È un giusto equilibrio per guardare con ottimismo alla conclusione degli interventi. La delibera del pre-Cipess mette le basi per un nuovo inizio».
«GESTIONE FALLIMENTARE»
Il Mose, costato 5 miliardi e 493 milioni di euro, potrà contare su un altro margine per esser concluso. Oltre alla delibera, dovrebbero essere poi messi a disposizione 40 milioni per le manutenzioni e altri 100 per l'avviamento. I rischi però riguardano il pregresso, dato che manca poco al 10 giugno, termine in cui si dovrà risolvere la crisi che riguarda il Consorzio Venezia Nuova: «In gioco c'è il futuro di centinaia di lavoratori e il blocco del cantiere, che prosegue da mesi - ammonisce il deputato dem -. Paradossalmente, adesso che si sbloccano i fondi, c'è il rischio che non si possa finire l'opera a causa della gestione fallimentare commissariale». Il riferimento di Pellicani è al piano di ristrutturazione del debito che prevede che le aziende rinuncino al 70% dei crediti, come ha stabilito il liquidatore. Infatti, la parte di fondi che sarà stanziata dal Cipess non potrà coprire le spese pregresse: «Si tratta di un piano lacrime e sangue, che, per come è presentato, è irricevibile per le aziende». Il deputato del Pd indica però anche una soluzione al problema: «Le condizioni per ricomporre ci sono e sono fiducioso. Da una parte il Provveditorato alle opere pubbliche e dall'altra il liquidatore si mettano attorno a tavolo. Gran parte dei debiti del Consorzio (130 su circa 200 milioni) sono nei confronti del Provveditorato, quest'ultimo dovrebbe rinunciare a una buona fetta. Mentre il Consorzio, che ha espresso molte riserve su contratti e avanzamenti, dovrebbe a sua volta rinunciare a una parte di queste osservazioni».
RIPARTENZA
E prosegue Pellicani: «Si deve trovare una soluzione che soddisfi le imprese, quindi i posti di lavoro, chiudendo tutti i conti con il passato per ripartire. Se si è arrivati fin qui è per la pessima gestione della stagione commissariale 2014-2020 che ci ha preceduti. Forse il Consorzio andava chiuso dopo lo scandalo, aprendo una nuova stagione». Da ultimo, una considerazione è sull'Autorità della laguna: «La Legge speciale dice che la salvaguardia di Venezia è preminente interesse nazionale e la finanzia da 50 anni. I temi sono tanti, non si può procedere a strati, servirebbe un tavolo per Venezia dove affrontare i punti all'ordine del giorno, ma è fondamentale che l'organo sia un'emanazione dello Stato». In linea il commento di Sara Moretto (Italia Viva): «Serve uno scatto d'orgoglio per superare questo stallo imbarazzante e portare a compimento un'opera che difende la città più bella al mondo».
T.Bor.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA VENEZIA L'8 giugno il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, l'ex Cipe) con tutta probabilità sbloccherà 538 milioni da destinare al Mose, Piano Europa e salvaguardia della laguna. A stabilirlo è stato il pre-Cipess, tenutosi ieri, che anticipa le decisioni che si prenderanno al comitato. Il via libera al finanziamento con 538.421.225 euro prevede la ridistribuzione di circa 200 milioni a Piano Europa e salvaguardia della laguna, mentre la somma restante sarà destinata al completamento del Mose. Un successo a cui ha contribuito Nicola Pellicani, parlamentare del Pd, che commenta: «È un giusto equilibrio per guardare con ottimismo alla conclusione degli interventi. La delibera del pre-Cipess mette le basi per un nuovo inizio».
«GESTIONE FALLIMENTARE»
Il Mose, costato 5 miliardi e 493 milioni di euro, potrà contare su un altro margine per esser concluso. Oltre alla delibera, dovrebbero essere poi messi a disposizione 40 milioni per le manutenzioni e altri 100 per l'avviamento. I rischi però riguardano il pregresso, dato che manca poco al 10 giugno, termine in cui si dovrà risolvere la crisi che riguarda il Consorzio Venezia Nuova: «In gioco c'è il futuro di centinaia di lavoratori e il blocco del cantiere, che prosegue da mesi - ammonisce il deputato dem -. Paradossalmente, adesso che si sbloccano i fondi, c'è il rischio che non si possa finire l'opera a causa della gestione fallimentare commissariale». Il riferimento di Pellicani è al piano di ristrutturazione del debito che prevede che le aziende rinuncino al 70% dei crediti, come ha stabilito il liquidatore. Infatti, la parte di fondi che sarà stanziata dal Cipess non potrà coprire le spese pregresse: «Si tratta di un piano lacrime e sangue, che, per come è presentato, è irricevibile per le aziende». Il deputato del Pd indica però anche una soluzione al problema: «Le condizioni per ricomporre ci sono e sono fiducioso. Da una parte il Provveditorato alle opere pubbliche e dall'altra il liquidatore si mettano attorno a tavolo. Gran parte dei debiti del Consorzio (130 su circa 200 milioni) sono nei confronti del Provveditorato, quest'ultimo dovrebbe rinunciare a una buona fetta. Mentre il Consorzio, che ha espresso molte riserve su contratti e avanzamenti, dovrebbe a sua volta rinunciare a una parte di queste osservazioni».
RIPARTENZA
E prosegue Pellicani: «Si deve trovare una soluzione che soddisfi le imprese, quindi i posti di lavoro, chiudendo tutti i conti con il passato per ripartire. Se si è arrivati fin qui è per la pessima gestione della stagione commissariale 2014-2020 che ci ha preceduti. Forse il Consorzio andava chiuso dopo lo scandalo, aprendo una nuova stagione». Da ultimo, una considerazione è sull'Autorità della laguna: «La Legge speciale dice che la salvaguardia di Venezia è preminente interesse nazionale e la finanzia da 50 anni. I temi sono tanti, non si può procedere a strati, servirebbe un tavolo per Venezia dove affrontare i punti all'ordine del giorno, ma è fondamentale che l'organo sia un'emanazione dello Stato». In linea il commento di Sara Moretto (Italia Viva): «Serve uno scatto d'orgoglio per superare questo stallo imbarazzante e portare a compimento un'opera che difende la città più bella al mondo».
T.Bor.
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