Mercato nell'ex chiesa: «Pronto entro 12 mesi»

Sabato 8 Agosto 2020
IL CANTIERE
BELLUNO Meno dodici alla piazza coperta dell'ex Chiesa dei Gesuiti. Dodici mesi, un anno, tanto sarà necessario al completamento del cantiere che restituirà alla città il bene di via Tasso, la chiesa sconsacrata utilizzata in età napoleonica come deposito di munizioni. La seconda chanche del pregiato immobile incastonato nel complesso della caserma sarà quella di piazza coperta con giochi per i bambini e con i banchi del mercato. Un progetto da 2,2 milioni di euro interamente finanziati dal Governo attraverso il Bando Periferie. La consegna dei lavori è prevista per giugno 2021.
OPERAI AL LAVORO
Oggi all'interno dell'ex luogo sacro non c'è nulla, ma la novità è l'apertura del solaio per mettere in collegamento il piano terra con il primo. La pavimentazione è stata tolta, si è scavato per riportare l'immobile al livello originario e la scala in legno che portava al livello superiore è stata demolita. Il materiale ricavato dagli scavi è accumulato nel cortile che si affaccia su via Tissi, di proprietà del Demanio. Anche l'ex chiesa apparteneva al Demanio, ma è passata in proprietà al Comune attraverso il federalismo demaniale che permetteva di acquisire beni in forma gratuita purché ci fosse un progetto di recupero da avviare. Le nicchie votive a sinistra entrando dall'ingresso principale sono visibili, quelle a destra non del tutto; una parte è infatti stata coperta, murata, e oggi si sta portando avanti un accordo con il Fondo Immobiliare Patrimonio 1, proprietario della parte di caserma che si rivolge verso piazza Piloni, per acquisire le nicchie nascoste e riportarle all'interno della chiesa, così di ricostruire l'impianto originale dell'immobile. Al lato dell'ingresso verrà realizzata la scalinata principale di accesso al primo piano e in un angolo della sala troverà posto anche un ascensore. I travi della copertura resteranno tali e quali, sono già stati restaurati dal Comune qualche anno fa, verranno semplicemente spolverati. A lavorare è l'ati guidato dall'impresa bellunese Deon che sta operando nel cantiere con tre uomini; a loro seguiranno i restauratori per le rifiniture. Insomma, dopo la pausa imposta dal Covid i lavori sono ripresi di gran lena.
IL PROGETTO
L'ex chiesa, si sa, diventerà una piazza coperta dove portare i banchi del mercato e dove permettere alle mamme di far giocare i bambini quando piove e al vicino Parco Città di Bologna non si può andare. Il primo piano, invece, sarà una sala polifunzionale per eventi, concerti, anche matrimoni. Due piani da 500 metri quadri l'uno che saranno rifiniti con lastre di ferro trattate per non arrugginire a terra, scala di accesso sempre in ferro e scala di emergenza. «E' importante recuperare e pulire lasciando una identità al luogo spiega Anna Buzzacchi, responsabile sicurezza del cantiere - . Quindi noi provvederemo a pulire le pareti, certo, ma non faremo intonaci nuovi; in questo modo si continuerà a sentire l'identità del luogo e la stratificazione storica che lo caratterizza. L'intervento principale sarà l'adeguamento impiantistico per rendere abitabile l'immobile. Tutti gli elementi nuovi, dal pavimento alle scale, saranno di ferro, quindi chiaramente leggibili rispetto alle caratteristiche murarie, di calce e di legno». Resteranno anche le scritte militari risalenti alla seconda guerra mondiale, quando l'edificio era usato come magazzino.
I RITROVAMENTI
A differenza degli scavi a Palazzo Crepadona, che hanno riportato alla luce antiche abitazioni romane e anche i resti di un bambino, quelli all'ex Chiesa dei Gesuiti non hanno fatto emergere granché. «La città romana si trovava tutta all'interno delle mura spiega l'archeologo della Soprintendenza, Davide Paciti -, questo edificio si era fuori dal centro e infatti gli scavi hanno permesso di recuperare solo lacerti del pavimento originario, risalenti quindi alla prima meta del 1700». Nelle nicchie laterali sono stati trovati frammenti degli altari, ora sottoposti all'analisi della Soprintendenza archeologica e architettonica, ma nulla di più. La ricchezza dell'immobile, più che nel suo sottosuolo, sta nella stratificazione storica e negli utilizzi che si sono succeduti nei secoli.
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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