Mare di lacrime a Chioggia e Caorle «Sbagliato fare i prelievi così presto»

Sabato 1 Giugno 2019
Mare di lacrime a Chioggia e Caorle «Sbagliato fare i prelievi così presto»
LA PROTESTA
Niente bagno a Caorle per questo fine settimana. I rilievi eseguiti giovedì da Arpa Veneto hanno accertato una insolita concentrazione batterica in 12 dei 15 punti di campionamento posti lungo il litorale del Comune di Caorle. Si è salvata la spiaggia della Brussa. Per tutto il resto della costa il sindaco Luciano Striuli ha emanato un'ordinanza di divieto temporaneo di balneazione. «Un atto dovuto a tutela della sicurezza dei bagnanti, ma si tratta di un provvedimento temporaneo spiega Striuli Le nostre acque sono pulite. I risultati negativi di questi test sono stati causati dall'eccezionale maltempo delle ultime settimane. Quando Arpav eseguirà nuovamente i controlli, si spera entro 48 ore, i parametri saranno rientrati nei limiti di legge». L'arenile di Caorle si trova compreso tra la foce del fiume Livenza e quella del canale Nicesolo e la qualità delle acque prospicienti alle spiagge risente dell'effetto delle piene dei corsi d'acqua. Tutto ciò che viene scaricato nei fiumi finisce in mare: ecco perché spetterebbe anche alle località dell'entroterra curare al meglio la depurazione degli scarichi. Il divieto di balneazione scattato in concomitanza con il primo fine settimana di giugno ha però destato non poche preoccupazioni da parte degli operatori del ricettivo: «E' giusto tutelare la salute dei nostri ospiti ha detto Corrado Sandrin, presidente di Confcommercio ma il prelievo eseguito da Arpav subito dopo settimane di pioggia e le piene dei fiumi è sembrato intempestivo. Le nostre acque sono pulite, come testimoniano le bandiere blu che Caorle ha ottenuto. È scandaloso che un ente della Regione attui una simile modalità di verifica, proprio in concomitanza del primo weekend della stagione turistica. Maggio è stato un mese disastroso dal punto di vista economico. Così non si tutela la principale attività della nostra regione».
Divieto di balneazione anche tra Sottomarina e Isola Verde, vicino alla foce del Brenta. Gli effetti delle manifestazioni piovose continuano a manifestarsi con l'accumularsi nelle acque costiere di sostanze inquinanti trasportate dai fiumi: rami e piante, nella migliore delle ipotesi, plastiche abbandonate lungo le rive che sono state catturate con l'innalzamento del livello dei corsi d'acqua e trasportate al mare, ma anche inquinanti organici, dilavati dalle fognature non depurate e, in qualche caso, smaltiti consapevolmente approfittando del maltempo. In particolare l'inquinamento di natura organica è stato rilevato dai controlli eseguiti dall'Arpav e, ieri, il sindaco Alessandro Ferro ha firmato un'ordinanza di divieto di balneazione relativa al tratto di Sottomarina che precede la foce del Brenta e a quello, seguente, di Isola Verde. Un'ordinanza che segue quella, analoga, di una decina di giorni fa, revocata nel giro di 48 ore. E la speranza è che anche questo divieto abbia vita breve: già oggi, infatti, saranno effettuati nuovi prelievi e se l'esito sarà negativo il divieto sarà revocato. Il Comune sta cercando di salvare almeno la domenica, giornata di maggior afflusso. «Con i lavori di ripascimento in corso commenta Giorgio Bellemo, presidente di Ascot gli stabilimenti balneari di Isola Verde, non potrebbero, comunque, lavorare. Si ripropone il tema del controllo dei rifiuti che vengono prodotti a monte: altri inquinano, a noi tocca pagare il conto».
Riccardo Coppo
Diego Degan
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