Marco Gervasoni
Da decenni i funerali di Stato sono un terreno arduo per chi

Domenica 19 Agosto 2018
Marco Gervasoni
Da decenni i funerali di Stato sono un terreno arduo per chi sta al governo. La sospensione del tempo quotidiano insita nel rito e il clima di tensione inducono spesso infatti la folla a rivoltarsi contro i rappresentanti dell'autorità: chi ha una certa età ricorda bene cosa accadde ai funerali di Falcone e poi settimane dopo a quelli di Borsellino. Anche quando non colpiti da improperi e da strattoni, spesso i ministri sono accolti da silenzio e indifferenza. Colpiva perciò ieri l'applauso spontaneo a Salvini e a Di Maio. Non ci aspettavamo certo contestazioni ma neppure il loro opposto. Che cosa ci dicono quegli applausi? Almeno tre cose. La prima è che il governo, costituito, non dimentichiamolo, da ministri che, ad eccezione di Moavero e Savona, mai hanno fatto parte di un esecutivo, si è mosso in un modo che finora ha convinto una parte dei genovesi. Uno dei refrain, spesso legittimo, durante i funerali delle vittime di analoghe tragedie è che lo Stato li avrebbe abbandonati. Per il momento non è stato così, sul piano dei soccorsi. E parliamo di Stato, e non di governo: applausi ha ricevuto anche il governatore della Liguria Toti che, dirigente di Forza Italia, sarebbe a Roma all'opposizione. E naturalmente il presidente la Repubblica per la sua presenza non simbolica e per la carica umana certo, ma rigorosamente accompagnata da un impegno a garantire l'accertamento delle responsabilità nonché il giusto risarcimento dei danni. Tanto in vite umane quanto di ferita alla città.
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