Manifattura e turismo, i settori che pagano di più la crisi-Covid

Sabato 11 Luglio 2020
ECONOMIA E COVID
PORDENONE Fatturati in pesante calo con dati negativi anche sull'occupazione nel 70 per cento delle imprese. Con il comparto del turismo in maggiore sofferenza. I dati della Camera di commercio di Pordenone-Udine relativi al primo trimestre mostrano i gravi effetti della crisi Covid nell'economia territoriale. Ma rispetto alle previsioni e ad alcune attuali tendenze (non ultima la richiesta di personale che arriva dalle agenzie per i settori di meccanica di precisione e legno-arredo nel pordenonese) mostrano una situazione in recupero. Nel primo trimestre la manifattura ha dichiarato un calo della produzione del -6,4% rispetto al trimestre precedente e addirittura un -13% rispetto al primo trimestre 2019. La subfornitura a Pordenone pesa per il 71,6% sul fatturato totale della manifattura. Le costruzioni registrano -6,8 congiunturale e -5,5% tendenziale, il commercio segna un -14% congiunturale e un -1,7% tendenziale per quanto riguarda le vendite, mentre i servizi di ospitalità segnano un -26,5% congiunturale e un -22,9% tendenziale. Percentuali leggermente migliori del pordenonese, ma sempre con il segno meno, a Udine: la manifattura chiude il primo trimestre con una produzione al -4,2% rispetto al trimestre precedente e -5,6% rispetto al primo trimestre 2019. La subfornitura a Udine pesa per il 60,4% sul fatturato totale della manifattura (oltre 10 punti in meno rispetto a Pordenone). Male le costruzioni, con -19% congiunturale e -14,2% tendenziale. Commercio a -8,1% e -4,6%. Turismo -11,1% e -20,6%.
In entrambi i territori regionali a soffrire di più sono state le imprese più grandi, con più dipendenti, per quanto riguarda sia la manifattura sia le costruzioni sia il commercio, mentre nell'ospitalità sono le piccole realtà ad aver registrato numeri peggiori. Per quanto riguarda il dettaglio della produzione manifatturiera nei suoi sotto-settori, l'andamento del primo trimestre pare più pensante per il territorio pordenonese, che nel complesso registra un -13% a fronte di un -5,6% dichiarato dalle imprese udinesi del comparto (-9,2% in media nei due territori): nel legno-mobili, -9,3% a Pordenone contro il -8,7% di Udine, nel comparto metalli -15,4% a Pordenone a fronte del -8,2% di Udine, nella meccanica -19,7% a Pordenone contro addirittura un +0,6% di Udine, negli altri segmenti del manifatturiero -8,9% a Pordenone a fronte di un -5,6% di Udine.
LE PREVISIONI
Per quanto riguarda le previsioni per il secondo trimestre, in attesa dei dati definitivi, il 56,8% delle imprese della manifattura prevedeva diminuzioni di oltre il -5% per quanto riguarda la produzione (sale al 60,3% delle imprese per quanto riguarda la subfornitura), e solo il 7,2% delle imprese manifatturiere prevede aumenti di produzione di oltre il 5%. Il settore con attese più negative si conferma quello dei servizi dell'ospitalità: addirittura il 78,6% prevede un calo di oltre il -5% sulle vendite. Negativo anche il commercio (il 52,8% delle imprese prevede cali forti), mentre leggermente più stabili sono le attese per commesse nelle imprese delle costruzioni, che prevedono stabilità nel 30,1% dei casi e forti cali nel 36,7% dei casi, pur risultando uno dei comparti già più colpiti dalla crisi economica negli ultimi anni. L'emergenza Covid sta lasciando tracce profonde e pesanti anche sull'economia locale: secondo i dati del Centro studi camerale, infatti, è evidente questa mancanza di sicurezza e fiducia anche dal fatto che le iscrizioni di nuove imprese non sono mai state così basse, considerando i primi semestri almeno dal 2012 al 2020. Solo 1.589 le iscrizioni, nel primo semestre 2020 nei Registri imprese di Pordenone e Udine, mentre gli anni scorsi erano sempre attorno alle 2.200 (spesso superate di gran lunga). Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni, pur se praticamente sempre negativo nei primi semestri dal 2012 a oggi, è quest'anno quasi doppiamente negativo: -589, a fronte di un -292 dello scorso anno.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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