«Mancano anche medici», si rischia un altro sciopero

Mercoledì 8 Luglio 2020
«Mancano anche medici», si rischia un altro sciopero
LA VERTENZA
PORDENONE Internisti, anestesisti e anche chirurghi. Nell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale le carenze non riguardano soltanto infermieri, operatori sociosanitari, ostetrici e tecnici di laboratorio, ma anche medici. Carenze che, durante il periodo estivo e con le ferie che devono essere smaltite, potrebbero pesare ulteriormente. Oggi pomeriggio le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil incontreranno i rappresentanti sindacali della dirigenza medica e non medica dell'Asfo. L'obiettivo è presto spiegato da Pier Luigi Benvenuto, segretario provinciale della Cgil-Sanità: «Vedere se ci sono le condizioni va subito al nocciolo della questione perché anche i medici si uniscano alla protesta nei confronti della politiche messe in campo da questa Azienda sanitaria. Da quello che mi risulta, anche i camici bianchi sono alle prese con la gestione di difficoltà oggettive. Mancano internisti, anestesisti e anche chirurghi. I rappresentanti sindacali della dirigenza medica e non medica convengono anche su un altro punto, che sta diventando uno dei nostri cavalli di battaglia: la mancanza di dialogo con la direzione dell'Asfo. Mi auguro che dall'incontro di oggi pomeriggio possa emergere un senso di solidarietà tra chi opera nella sanità pubblica locale». Qualora dovesse emergere, anche i camici bianchi potrebbero unirsi allo sciopero del 24 luglio: appuntamento dalle 9.30 alle 12 in piazzetta del Portello, sotto la sede della direzione generale dell'Asfo. Intanto, sempre sulla sanità, i sindacati del Fvg sono pronti alla mobilitazione. Ad annunciarlo i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis, nel corso di una conferenza stampa convocata ieri a Udine per annunciare una prima manifestazione in programma a Trieste mercoledì 22 luglio. Dietro alla scelta «l'esigenza di un confronto» più volte sollecitata durante l'emergenza Covid e «tuttora inascoltata» dalla giunta e dall'assessore. «Più volte si legge nel documento unitario abbiamo sollecitato occasioni di confronto con l'assessore: sull'andamento dei contagi, sulla gestione dell'epidemia negli ospedali e nelle case di riposo, sugli organici e sulle assunzioni. È quanto chiediamo anche adesso, rivendicando l'esigenza di un nuovo piano di emergenza per gestire un'eventuale nuova fase di recrudescenza del contagio, nell'ambito di una più generale strategia di potenziamento e riorganizzazione della sanità pubblica e della rete dei servizi socio-assistenziali». Un appello che i sindacati confederali hanno lanciato anche a nome delle federazioni del lavoro pubblico e dei pensionati. La soluzione indicata per recuperare i ritardi accumulati è «un allungamento degli orari degli ambulatori attraverso nuove assunzioni, indispensabili per colmare un mancato turnover di 600 operatori nel periodo 2010-2018, rimasto sostanzialmente immutato nel 2019».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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