Macron: «Il restauro in 5 anni» Ma gli esperti: «Ne servono 10»

Mercoledì 17 Aprile 2019
LA RICOSTRUZIONE
ROMA Macron dice: «Ricostruiremo Notre Dame in cinque anni», la sindaca di Parigi promette che sarà pronta per le Olimpiadi del 2024. Possibile? La facciata della Cattedrale e le due torri hanno resistito, il rosone più antico è salvo, mentre sono stati perduti quelli più recenti; è crollata la guglia, costruita nel XIX secolo, consumata dal fuoco. E no, lo stesso legno di quercia con cui era stato realizzato il tetto (la foresta) da dove è partito il fuoco, non si troverà più. Una società si è già fatta avanti per donare il materiale, ma in origine furono utilizzate 1.300 querce, per riavere una scorta di quel tipo serviranno molti anni. I vigili del fuoco sono riusciti a salvare reliquie ed opere d'arte, ma l'operazione di ricostruzione sarà complicata, tra gli esperti c'è chi arriva a ipotizzare anche 20 anni. Il professor Ulderico Santamaria, docente di Scienze e Tecnologia dei Materiali all'Università della Tuscia, era nella commissione per la ricostruzione della volta della Basilica superiore di Assisi dopo il terremoto del 1998: «Per Notre Dame penso saranno sufficienti 10 anni, perché per fortuna ha interessato una zona limitata della Cattedrale. Abbiamo a disposizione tecnologie ricostruttive e sicuramente la cattedrale è stata digitalizzata. Significa avere immagini, fotogrammetria 3d. Esisteranno riprese e documentazione di questo tipo e questo semplifica i lavori rispetto a 20 o 30 anni fa». Serve pensare anche ai materiali: «Bisognerà valutare se quelli originali possono adempiere ancora alla loro funzione. Nel caso se ne usino di nuovi, è giusto renderli riconoscibili, per non fare un falso in modo che si capisca cosa era il prima o il dopo, anche se si deve vedere solo da vicino proprio per rispettare l'originale. Per quanto riguarda il legno del tetto, ovviamente bisognerà usarne di nuovo, però utilizzando trattamenti moderni, perché oggi possiamo migliorarne le proprietà, per renderlo meno sensibile agli incendi». I costi? Al di là dei 700 milioni di euro già raccolti, è chiaro che non ci sarà un problema di finanziamenti, però è lecito pensare che il conto finale sarà molto vicino, per lo meno, alla somma per cui ci sono già state donazioni.
FUTURO
Eppure, nonostante uno scenario tanto drammatico, e un futuro incerto e complicato, il giorno dopo il colpo al cuore di Parigi e dell'umanità, quando al mattino, quando i vigili del fuoco hanno annunciato che la battaglia con le fiamme era stata vinta, il bilancio è risultato meno grave del temuto. La strategia scelta dai vigili del fuoco: si è puntato a difendere la facciata e le torri sud e nord, a portare in salvo le opere d'arte e a limitare i danni. La decisione di non utilizzare mezzi aerei ha evitato che la violenza dei lanci dell'acqua distruggesse altre parti della Cattedrale. Cosa resta di Notre Dame? La prima sintesi è stata fatta dal Ministro della Cultura, Franck Riester: «I due terzi del tetto sono bruciati, la guglia è crollata aprendo un buco nella volta, una parte del transetto è crollata». Secondo il sottosegretario Laurent Nunez «globalmente la struttura tiene, ma sono state identificate alcune vulnerabilità, a livello della volta. Un timpano del transetto nord deve essere messo in sicurezza». All'Hotel de Ville sono stati portati inizialmente dipinti, candelabri, inginocchiatoi, reliquie, per poi spostarli al Louvre. Tra i pezzi messi in salvo i grandi Mays, gli ultimi tredici di 76 dipinti monumentali esposti nelle cappelle della navata, la corona di spine che, secondo la tradizione, Cristo portò nella salita al Calvario, un chiodo della croce e la tunica di San Luigi. Ritrovato miracolosamente salvo il gallo di bronzo che si trovava sulla guglia crollata e custodiva reliquie di Sainte-Geneviève e Saint-Denis. C'è timore per alcuni grandi dipinti: il ministro della Cultura, Franck Riester, ha detto che non potranno essere staccati dal muro per la «deumidificazione» prima di venerdì. Riester ha spiegato che ci sono preoccupazioni «per la tenuta del pinnacolo del transetto nord, che rischia di cadere sulla strada sottostante». E cinque palazzi sono stati evacuati. Danni, ma sembra recuperabile, al monumentale organo di Notre Dame.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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