Luca Ricolfi

Adesso che tutto è passato, il Salone del Libro di Torino

Sabato 18 Maggio 2019
Luca Ricolfi

Adesso che tutto è passato, il Salone del Libro di Torino è finito, la mobilitazione antifascista ha raggiunto il suo obiettivo (impedire a un piccolo editore che si proclama fascista di esporre i suoi testi, fra i quali un libro-intervista al ministro dell'interno Matteo Salvini), forse è possibile provare a parlare di quel che è accaduto con un minimo di pacatezza. Perché una cosa credo non si possa negarla: l'episodio di Torino un problema lo solleva, e si tratta di un problema grosso come una casa. È giusto impedire l'esercizio della libertà di espressione a chi ha idee politiche che si richiamano al fascismo? Può una democrazia, che si proclama tollerante e aperta al diverso, comportarsi come una dittatura nei confronti di determinate persone e di determinate idee?
Come si sa, sul piano giuridico la questione si riduce a interpretare in modo più o meno severo le due leggi che si occupano del tema (la legge Scelba del 1952 e la legge Mancino del 1993), specie nei casi in cui lo zelo antifascista può entrare in contrasto con l'articolo 21 della Costituzione, che tutela la libertà di pensiero: tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Ma sul piano politico e civile? Su questo piano, a me pare che l'episodio di Torino non sia un buon segnale (...)
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