LO SPOGLIO
BELLUNO Non ci trovassimo nella provincia di Vaia e dei continui versanti

Martedì 22 Settembre 2020
LO SPOGLIO
BELLUNO Non ci trovassimo nella provincia di Vaia e dei continui versanti franosi potremmo parlare di effetto valanga. Meglio ricorrere alla metafora dello schiacciasassi, che rimanda all'operosità e ai cantieri, per raccontare l'effetto della coalizione che sostiene la rielezione di Luca Zaia sulla provincia di Belluno. A scrutinio in corso la provincia montana è la seconda del Veneto, dietro la roccaforte Treviso, per i voti assegnati alla coalizione guidata dal presidente uscente. Un copione che si ripete andando a spulciare i voti di lista, sulla compagine Zaia Presidente. Un punto e mezzo sopra la media regionale (senza precedenti in Italia). L'assessore uscente Gianpaolo Bottacin (l'unico componente dell'attuale giunta al quale è stato concesso di concorrere con la lista Zaia e non con la Lega) a metà scrutinio ha già la certezza della conferma e un risultato senza precedenti in tasca, a fine giornata le preferenze hanno già superato quota ottomila. Non basta: perché per tutta la serata Bottacin ha vestito i panni del più votato in Veneto. Un ruolo che prima dell'alba dovrà cedere alla trevigiana Sonia Brescacin che ha dalla sua parte una base elettorale molto più ampia.
IL DERBY
La sfida tutta interna alla coalizione di centrodestra dice che la lista Zaia presidente, in provincia di Belluno, ha la maggioranza assoluta: ha convinto più di un elettore su due, arrivando al cinquanta per cento dei consensi. La lista Lega Salvini veleggia tra il 14 e il 15 per cento. Fratelli d'Italia batte Forza Italia che rimbalza tra il 7 e l'8 per cento. Molto indietro la terza lista (Veneto autonomia) della compagine leghista, bloccata attorno al due per cento.
IL RESTO DEL MONDO
L'intera coalizione di centro sinistra che sosteneva Arturo Lorenzoni, in provincia, marcia invece poco sopra il 15 per cento. Un risultato per certi versi anche sotto le aspettative. I Dem (da soli attorno al 12 per cento) sono stati i primi a scegliere i candidati, trovando da subito grande compattezza. Non è bastato. Sotto il due per cento tutti i loro compagni di viaggio. Per i Cinque Stelle, che pure potevano contare su un ministro bellunese (Federico D'Incà) che non si è risparmiato nella campagna elettorale sul territorio, la percentuale è rimasta bloccata attorno al 2,5 per cento. Male (ma a Belluno ha messo a segno il risultato migliore) la lista di Simonetta Rubinato. L'ex Pd, che aveva raggiunto in provincia di Belluno l'accordo con il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti (Bard), ha racimolato poco più dell'uno per cento dei voti, più o meno pari a Rifondazione Pci di Paolo Benvegnù, a Veneto Solidarietà di Patrizia Bartelle e a Italia Viva di Daniela Sbrollini. Fanalino di Coda (0,5) Antonio Guadagnini con il cartello dei movimenti indipendentisti.
I MIGLIORI IN CAMPO
Detto del risultato di Bottacin, la seconda più votata della lista Zaia è Silvia Cestaro, sindaco di Selva, proiettata oltre i 2000 consensi personali. In casa Lega gara molto aperta tra Stefano Scardanzan, Oscar Facchin e Franco Gidoni, distanziati a metà scrutinio da una settantina di preferenze. In casa Fratelli d'Italia a guidare il drappello il sindaco di Perarolo, Pier Luigi Svaluto Ferro. In casa Pd, è l'assessore di Feltre Adis Zatta il migliore in campo. Messo da parte Bottacin a fine conteggio potrebbe raggiungere Cestaro. Più indietro l'ex primo cittadino di Pedavena Maria Teresa De Bortoli. La notte però è ancora lunga e solo oggi si inizerà a ragionare sui seggi per capire chi (oltre a Bottacin) avrà diritto a una poltrona a palazzo Ferro Fini.
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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