Lento e poco affidabile: così il progetto è stato un flop

Sabato 23 Maggio 2020
Lento e poco affidabile: così il progetto è stato un flop
LA FARSA
VENEZIA Motori poco potenti, batterie insufficienti, climatizzazione inesistente che avrebbe trasformato nei mesi estivi la cabina in un forno. E, soprattutto, una velocità ridicola, poiché un tragitto impiegava una ventina di minuti con il malcapitato che si trovava dentro a rischio di blocco ed esposto allo scherno dei passanti. Tant'è che ben poca gente ha avuto l'ardire e la possibilità di salirci sopra. Il dispositivo traslante, cioè l'ovovia, non ha mai funzionato. Quando, nel marzo 2013, l'opera fu inaugurata (in silenzio, come il ponte) fece pochi viaggi e poi fu fermata perché c'era qualcosa che non andava. Prima il sistema di aggancio, poi la velocità. Insomma, non funzionava niente anche se alla fine il conto è lievitato a un paio di milioni e comunque ci sono ancora contenziosi sui pagamenti.
Questo perché il progetto era stato affidato dall'impresa Cignoni, appaltatrice del ponte, ad un'azienda specializzata, la Pmp Srl di Castelseprio (Varese) che vantava grandi esperienze nell'automazione per soggetti diversamente abili. La società poi è fallita a causa di un credito di 600mila euro che non ha mai riscosso e per questo aveva portato in tribunale la Cignoni (anch'essa poi fallita a causa del ponte e dei crediti mai riscossi).
«Nel 2008 - raccontano gli ex vertici della società - ci portarono via tutto il lavoro fatto, tanto che facemmo causa per non solo per i mancati pagamenti delle fatture ma anche per l'utilizzo indebito di tecnologie e soluzioni industriali riservate. A fine agosto del 2008 avevamo in cantiere tutto il materiale da più di un anno - proseguono - avevamo ottenuto le omologazioni ai progetti e inviato alla Cignoni il telaio della cabina e i piloni per il sollevamento nella parte iniziale della corsa al fine di consentire ai tecnici del Comune di visionarli. Da allora non sentimmo più nessuno».
Scorrendo gli atti della causa, si capisce che il contratto di fornitura tra Cignoni e Pmp fu stipulato il 31 marzo 2005 e prevedeva la progettazione, realizzazione e parte della posa in opera dell'elemento mobile per il trasporto disabili nonché di ogni suo apparato meccanico da adattare strutturalmente al quarto ponte sul canal Grande. Costo previsto: 529mila euro esclusi oneri di progettazione, cifra poi ritoccata a 644mila. Anche in questo caso, però, la cifra lievitò parecchio, prima a un milione e 400mila euro circa e poi addirittura a due milioni.
«I progetti e la tecnologia utilizzati per la realizzazione dell' ovovia erano tutti nostri - concludono - certamente se l'avessimo realizzata noi avrebbe funzionato». (m.f.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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