Le scene simbolo sono quelle che arrivano dagli ospedali di Monselice e Camposampiero.

Giovedì 1 Ottobre 2020
Le scene simbolo sono quelle che arrivano dagli ospedali di Monselice e Camposampiero. Centinaia di persone in coda, genitori in strada con i figli in braccio e l'Ulss costretta a introdurre nuovi accessi e corsie separate. Dall'Alta Padovana alla Bassa, passando ovviamente per la città, in tutta la provincia è corsa ai tamponi per i bambini. Dal 7 settembre (giorno in cui hanno riaperto i primi asili) ad oggi i test su bambini e ragazzini eseguiti dall'Ulss 6 Euganea e dall'Azienda ospedaliera di Padova sono complessivamente oltre 12 mila. In questa settimana è stata superata la media di 600 al giorno perché sempre più pediatri, davanti ai primi sintomi come tosse, raffreddore o mal di gola, prescrivono il tampone. La questione è delicata e nessun medico ovviamente si prende la responsabilità di sottovalutare la possibile presenza del virus. Ieri altri casi in un nido di Padova ma anche a Este e Cadoneghe. «Rispettiamo la legge, non possiamo sapere se dei sintomi sono legati ad un semplice raffreddore o al Coronavirus» dice Franco Pisetta, segretario della Federazione dei pediatri. Intanto è pronto il protocollo della Provincia per la riapertura delle palestre alle società sportiva. Tre decaloghi per responsabili, atleti e genitori. C'è anche il divieto di usare gli spogliatoi.
Moranduzzo e Pipia
alle pagine II e III
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