Le proteste dei sindacati «Senza infermiere non si può»

Venerdì 9 Aprile 2021
Le proteste dei sindacati «Senza infermiere non si può»
LE REAZIONI
UDINE «È una questione di sicurezza, per i cittadini e per gli operatori. Io, se non c'è l'infermiere, non vado a vaccinare a domicilio. Andrò in struttura volentierissimo, dove c'è un'organizzazione messa in piedi dall'Azienda con cui collaboriamo ben volentieri». Stefano Vignando, segretario Snami (sindacato che non ha firmato l'intesa regionale), è lapidario. «In comitato aziendale ci è stato illustrato il protocollo operativo. Ma bisognerebbe cambiarne tre quarti del contenuto. Ci hanno detto però che non dobbiamo decidere niente, che decideranno gli Udmg. L'Azienda non ci ha chiesto alcuna condivisione». Sull'assenza dell'infermiere, «non si capisce perché a noi non lo diano e ai medici del bando Arcuri pagati 80 euro all'ora, sì». Comunque, lui, a vaccinare, ci andrà «mercoledì nel centro anziani di Casa Gandin, con tre colleghi». A vaccinare andrà anche Khalid Kussini della Fimmg (sindacato che ha siglato l'intesa). «La prossima settimana, se è tutto pronto, per martedì penso che sarò operativo a Latisana. Andrò a domicilio senza infermiere». Ma, aggiunge, «non capisco perché se un medico si offre per immunizzare a domicilio gli assistiti di un collega che non vuole farlo, deve prendere 6 euro perché in quel caso va con l'équipe mentre un contrattualista ne prende comunque 80 all'ora. Piuttosto che essere pagato 6 euro a vaccino, mi offro di farlo gratis per principio». Invece «hanno accolto la mia proposta di dividere le 11 dosi di una fiala Moderna fra due medici».
IL DIRETTORE
«Se il medico di base dev'essere accompagnato da un'équipe a domicilio, tanto vale che lo faccia l'équipe - chiarisce il direttore di AsuFc Massimo Braganti -. Quanto più riusciamo ad ampliare l'offerta, tanto più andiamo incontro alla popolazione. Se anche con numeri piccoli i medici di base riescono a darci supporto, ben venga. Allora gli riconosciamo i 25 euro. Sul fatto di dover creare delle squadre, ci si può fare un ragionamento ma è una cosa diversa dall'accordo regionale se è previsto il supporto di un'altra persona». Nella Bassa, nei distretti guidati dal direttore Luciano Pletti, già la scorsa settimana qualcuno è partito in autonomia (per esempio una dottoressa di Ruda) e altri si ipotizza inizieranno la prossima settimana. Nei paesi si tenta la strategia dei mini-centri vaccinali come quelli di Gonars, Fiumicello, Cervignano (primo test fatto mercoledì). Pletti spiega che per i medici di base che vanno a domicilio «non è prevista la presenza dell'infermiere». Nel distretto di Udine a protestare è Salvatore Galioto (Snami). «Se devi andare a domicilio da solo, devi portarti la borsa frigo, il kit di primo soccorso, i dpi, i moduli di consenso... Il trolley, ho fatto una battuta in comitato, ce lo fornisce l'Azienda? Non si può combattere con i fucili ma senza cartucce. Siamo disponibili ma da soli a domicilio non si può fare».
Chi, invece, a casa dei pazienti, da solo, ci è già andato da un mese a questa parte è il sindaco (e medico) di Buttrio Eliano Bassi. «Non mi sto ponendo il problema del pagamento, che è assolutamente secondario. Il problema che mi tocca adesso è trovare ogni giorno tanti pazienti positivi. Sinora ho vaccinato 19 persone a domicilio. Ma serve chiarezza sulla disponibilità delle dosi. La vera svolta nella campagna si avrà quando le vaccinazioni le avranno in mano i medici di famiglia: credo che la maggior parte dei colleghi sia favorevole».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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