LE MISURE
PADOVA Prenotazioni online, distanze di sicurezza e tanta voglia di

Venerdì 5 Giugno 2020
LE MISURE
PADOVA Prenotazioni online, distanze di sicurezza e tanta voglia di ritrovare la normalità perduta. Dopo quelli che, con ogni probabilità, sono stati i tre mesi più difficili degli ultimi 70 anni, anche le Rsa cittadine cercano di recuperare quella quotidianità scomparsa dall'inizio di marzo. Dal momento che l'incubo contagi, ad oggi, sembra essere stato lasciato alle spalle, i vertici delle Ipab cittadine nelle scorse settimane hanno cercato di riannodare quei legami che l'epidemia aveva in qualche modo congelato: quelli tra gli anziani e i loro familiari. Familiari che, per forza di cose, non hanno più potuto far visita agli ospiti delle strutture.
I PRIMI SEGNALI
I primi segnali di speranza in questo senso sono arrivati dall'Ira, l'Istituto di riposo per anziani, già un mese e mezzo fa. «Al Piaggi di piazza Mazzini gli incontri sono ricominciati già dopo Pasqua spiega il presidente dell'Ipab Fabio Incastrini Grazie al giardino esterno, ospiti e familiari, tutti muniti di mascherine e guanti, possono incontrasi già da oltre un mese, mantenendo la distanza di sicurezza di due metri». «Dallo scorso 11 maggio, poi - aggiunge ancora il presidente con le stesse modalità sono iniziati gli incontri al Bolis di Selvazzano». «Il 18 maggio, invece, abbiamo iniziato ad aprire le porte delle residenze di via Beato Pellegrino continua Incastrini - qui gli incontri inizialmente si sono tenuti solo all'esterno. Negli ultimi tempi, però, sempre nel rispetto del distanziamento sociale, abbiamo concesso alcune visite anche all'interno della nostra sala polivalente». Per il momento gli incontri sono stati organizzati con una sorta di calendario. «A seconda delle loro esigenze - conclude - i familiari prenotano l'orario e il giorno della settimana e, quindi, sanno che settimanalmente potranno far visita al loro congiunto, sempre lo stesso giorno e sempre alla stessa ora. Questo, naturalmente, fino a che non si tornerà alla normalità». A complicare la situazione il fatto che la Regione Veneto ha chiesto di effettuare ib test sierologici anche ai visitatori. «Faremo degli approfondimenti per capire se questa procedura è davvero necessaria perchè rischia di creare più di qualche problema organizzativo».
LA RIAPERTURA
Spostandosi invece alla Fondazione Opera Immacolata Concezione, che a Padova gestisce le strutture della Mandria e di via Nazareth, la riapertura delle porte ai familiari è iniziata solamente questa settimana. «A dire il vero spiega il responsabile dell'Ipab Guido Masnata questa settimana abbiamo iniziato in via sperimentale, convocando solamente i familiari di alcuni casi che ritenevamo prioritari». L'iniziativa ha riguardato la residenza Santa Chiara della Mandria e il Nazareth. «Dalla settimana prossima, invece, i parenti dei nostri ospiti potranno prenotare online la visita dice ancora Masnata Durante gli incontri, che si terranno per il momento solo all'aperto, sarà sempre presente un'educatrice. Non bisogna dimenticare, infatti, che il rivedersi dopo così tanto tempo dal vivo può comportare delle emozioni molto forti che è meglio vengano gestite da professionisti». Gli incontri della settimana prossima avranno una durata di circa quindici minuti. Questo per permettere al maggior numero possibile di persone di far visita ai loro congiunti.
IL PROBLEMA
A preoccupare le case di riposo, però, non è solo l'organizzazione delle visite dei parenti. Dall'inizio dell'emergeva epidemiologica, infatti, è scattato lo stop all'accoglienza dei nuovi ospiti. Una circostanza che sta avendo conseguenze molto pesanti sui bilanci delle Ipab. Gli assistiti che in questi mesi sono morti, infatti, non sono stati sostituiti da nuovi anziani e, quindi, all'appello mancano molte rette mensili. «Effettivamente questo è un problema molto serio conclude il rappresentante dell'Opera Immacolata Concezione Noi operiamo in varie province, anche fuori del Veneto. A seconda delle Ulss di appartenenza, viene concesso o meno qualche nuovo ingresso. Tendenzialmente, però, è quasi tutto bloccato e questo per noi è un grossissimo problema. C'è da augurasi che la situazione si possa sbloccare al più presto. Anche perché, a oggi, le nostre strutture sono dei luoghi più che sicuri rispetto al rischio di eventuali contagi».
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci