LE ISTANZE A ROMA
VENEZIA «Stato di crisi per la filiera turistica».

Venerdì 3 Aprile 2020
LE ISTANZE A ROMA
VENEZIA «Stato di crisi per la filiera turistica». Dal Consiglio comunale di Venezia, finalmente un segnale forte, di quelli che la gente che in città sta soffrendo da mesi, stava aspettando. Con una mozione approvata all'unanimità, il Consiglio dopo quasi dieci ore di riunione, ha incaricato il sindaco Luigi Brugnaro di farsi portavoce presso il Governo di una serie di istanze che mirano a far riprendere la vita nella città una volta che l'emergenza coronavirus sarà conclusa.
CRISI DI LIQUIDITÀ
Le azioni richieste vanno nella direzione di ottenere le risorse per andare avanti, dando per assodato che ci sarà una forte crisi di liquidità nelle casse comunali. La prima cosa è consentire alle città di procedere ad un accertamento convenzionale dell'Imu e far fronte alle possibili minori entrate. Secondo, consentire ai Comuni di procedere alla richiesta di una anticipazione di liquidità alla Cassa Depositi e Prestiti al fine fronteggiare problemi di cassa derivanti dalle mancate entrate, e dai mancati versamenti. Questo anche per favorire i pagamenti nei confronti dei fornitori privati e non fermare del tutto la filiera.
Terzo, consentire alle attività economiche di non sostenere i costi per la Tari relativamente al periodo di chiusura imposto in seguito all'emergenza epidemiologica da Covid-19 e al contempo garantire ai Comuni e ai soggetti gestori del servizio di igiene urbana di poter essere tenuti indenni dal relativo minor gettito che altrimenti verrebbe a gravare sulla generalità degli utenti Tari. Cioè dei cittadini e di chi è rimasto aperto. Sulla Tari, infatti, solo lo Stato può intervenire.
AMMORTIZZATORI SOCIALI
Un'altra richiesta è consentire alle Regioni, con un incremento del Fondo per il trasporto pubblico locale di equilibrare i conti dei gestori del servizio pubblico, che chiuderanno inevitabilmente in rosso per la riduzione del del numero di passeggeri attuale e per i prossimi 12/24 mesi. Ma c'è di più, perché al settore sanitario lo Stato dovrà garantire molte più risorse di quelle attualmente erogate. Anche dopo l'emergenza. E poi, visto che la convalescenza sarà inevitabilmente lunga, fare pressioni sullo Stato affinché riconosca adeguate coperture degli ammortizzatori sociali per il periodo necessario al superamento della crisi economica conseguente l'epidemia. Per una città come Venezia minimo durerà 12 mesi e per questo si chiede anche di inserire la dichiarazione di Stato di crisi dell'intera filiera turistica per un'industria che genera oltre il 10% del Pil Veneto e occupa almeno mezzo milione di addetti.
FAMIGLIE E IMPRESE
Nel provvedimento, il Consiglio impegna inoltre il primo cittadino e la Giunta a predisporre forme di incentivi sia per favorire misure di alleggerimento degli oneri a carico di soggetti colpiti dalla crisi, quali proprietari di immobili che rinuncino a riscuotere il canone di locazione o d'affitto d'azienda (o parte sostanziale di essi) per il periodo di chiusura dell'attività locata o, in caso di famiglie, a seguito della riduzione della capacità reddituale del locatario, sia di misure dirette a favore di soggetti, imprese e famiglie colpite dalla crisi conseguente all'attuale situazione sia, infine forme di sostegno alle strutture ricettive che ospiteranno persone contagiate o in quarantena o personale medico ospedaliero pendolare.
SCENARIO DA INCUBO
Tutto questo si scontra con lo scenario apocalittico dipinto dal sindaco in apertura di seduta, quando ha invitato le opposizioni (Pd, Lista Casson, Movimento 5 Stelle e Gruppo misto) a lavorare per la città e mettere da parte gli scontri, che pure ci sono poi stati.
«Tra poco la gente uscirà da casa e troverà i trasporti dimezzati - ha detto - dobbiamo fare qualcosa per evitarlo e anche per la sopravvivenza dell'economia della città, che al 90 per cento dipende dal turismo e che quest'anno vedrà poco o nulla». (m.f.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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