LE IMPRESE IN CRISI
VENEZIA Prima l'acqua alta di quasi un metro e novanta, poi

Sabato 29 Febbraio 2020
LE IMPRESE IN CRISI
VENEZIA Prima l'acqua alta di quasi un metro e novanta, poi un Carnevale fiacco in termini di incassi e infine l'allarme da coronavirus e la conseguente psicosi che ha bloccato il turismo. Per le piccole imprese che hanno sede a Venezia questo è l'inizio di un annus horribilis dal quale le possibilità di uscirne sani e salvi sembrano davvero poche.
«Il Carnevale è partito di per sè moscio per presenze e incassi - dice Gianni De Checchi direttore della Confartigianato di Venezia - e il virus arriva a colpire una situazione già gravemente compromessa e sotto tono. Un'indagine a campione tra gli associati ha evidenziato un calo del fatturato di oltre il 45 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Un calo drastico soprattutto nel vetro di Murano, nelle maschere e nella bigiotteria. C'è gente che nell'ultima settimana ha battuto scontrini complessivamente per 100 o 150 euro».
MONOCULTURA IN CRISI
Ora si teme che il blocco della filiera turistica, da cui dipende almeno il 90 per cento dell'economia veneziana, possa contagiare altri settore per il momento immuni: il trasporto merci e poi l'edilizia e l'impiantistica. Tanto per dare un'idea, solo la sospensione delle riprese del film di Tom Cruise ha tolto 40 barche dalla circolazione.
«Non ci vediamo chiaro - continua De Checchi - e chiediamo interventi pubblici forti e decisi. A cominciare dalla possibilità di usufruire della cassa integrazione riservata alle altre azienmde, visto che quella per gli artigiani prevede la corresponsione di 25 euro giornalieri per dipendente».
Un altro problema importante è quello degli affitti, dal momento che in città come Venezia, la classe dei rentiers è l'ultima a soffrire la crisi. Se mai la soffre.
«Chiediamo anche al sindaco che si faccia promotore di accordi con le associazioni dei prioprietari dei fondi - conclude - per valutare moratorie sul pagamento degli affitti e l'abbassamento dei canoni. La bolla degli affitti commerciali che ha caratterizzato Venezia e altre città turistiche ormai non ha più ragione di esistere».
LE TESTIMONIANZE
«Le aziende in questo momento stanno ancora soffrendo il colpo dell'acqua alta - dice Andrea Della Valentina, per i vetrai - ogni ordine è bloccato o cancellato anche per chi lavora solo con i mercati esteri. Senza ammortizzatori sociali sarà difficile andare avanti e a Murano ci sono costi fissi enormi, poiché* i forni non possono essere spenti».
Stefano Nicolao, titolare dell'omonimo atelier di costumi di scena: « Dopo aver subito danni ingenti con l'acqua alta ora ci troviamo con spettacoli fermi in giro per il mondo e a Venezia di feste annullate e contratti stracciati. La situazione è pesante anche per la sospensione delle riprese di Mission Impossible e la chiusura dei teatri».
Proprio ieri qualche banca ha annunciato la sospensione delle rate dei mutui e il Comune lo slittamento della Tari a maggio.
«È un primo passo concreto che va incontro alle piccole imprese - tira le somme il presidente di Confartigianato, Andrea Bertoldini - ma certo non basta. Credo che servano misure più profonde e più strutturali».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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