LE GRANDI OPERE
BELLUNO «La commissione Via ha già espresso il proprio

Venerdì 5 Giugno 2020
LE GRANDI OPERE BELLUNO «La commissione Via ha già espresso il proprio
LE GRANDI OPERE
BELLUNO «La commissione Via ha già espresso il proprio parere sulle quattro varianti. Che io sappia manca solo il decreto» parola del parlamentare del Partito Democratico Roger De Menech. «Questa è però una partita tecnica, in cui la politica non può entrare».
RIAVVOLGIAMO IL NASTRO
Alla fine del ponte del 2 giugno la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, sbatte i pugni sul tavolo. «Per le opere è l'ultimo appello. Ora o mai più» tuona. Su quel tavolo ci sono una lunga serie di idee: il treno delle Dolomiti, il prolungamento dell'A27, l'elettrificazione della linea ferroviaria fino a Calalzo e le varianti Mondiali i bypass di Tai di Cadore, San Vito di Cadore, Valle di Cadore e Cortina. Se l'elettrificazione della linea fino a Ponte nelle Alpi e il prolungamento fino a Calalzo sembrano cosa fatta (nel primo tratto ci sono già i tralicci), per tutto il resto non si va oltre le idee e la carta.
IL CASO
Le quattro varianti Mondiali, che dovevano essere pronte appunto per i Mondiali del 2021, non saranno pronte prima del 2024. Insomma, anche un eventuale rinvio di un anno della gara iridata è ininfluente per arrivare pronti all'appuntamento. «I progetti definitivi - mette nero su bianco Anas - sono dal dicembre 2018 in istruttoria al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per acquisire il prescritto parere di Valutazione di Impatto Ambientale Via». Tradotto, per diciotto mesi sono rimasti fermi in via Cristoforo Colombo a Roma. Il dettaglio, non irrilevante, è che l'iter è concluso ma manca ancora il decreto. Un documento che racchiude tutte le prescrizioni ma che dopo un'istruttoria infinita ci si aspettava rappresentasse poco più di una formalità. Così non è. E non rimane che attendere.
POLITICA ALLA FINESTRA
«La politica non può compiere ingerenze - spiega De Menech - l'unica cosa che può fare, per il futuro, è di prevedere dei tempi entro il quale le risposte devono arrivare. Si tratta di opere di interesse nazionale decretate nel 2016 e commissariate per permettere tempi più veloci. Tutti vedono il codice degli appalti come il grande nemico ma il tappo è nel procedimento autorizzativo. Porta via un sacco di tempo. Entro l'anno le varianti saranno comunque in progettazione. Dobbiamo cogliere il modello di sviluppo che sta nascendo in provincia di Belluno. Tra Belluno, Ponte nelle Alpi e Vittorio Veneto con l'elettrificazione della ferrovia. Sono già stati stanziati 400 milioni di euro, sono fiducioso ne arriveranno altrettanti per le olimpiadi».
IL PARADOSSO
Il paradosso è che le quattro varianti Mondiali, opere di interesse nazionale, con un commissario nominato per farle marciare più in fretta continuano a correre fuori dalla carreggiata. A mettere assieme i puntini è il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina che, pur mantenendo invidiabile aplomb, parla apertamente di delusione. «I Mondiali di sci erano visti come un'opportunità - spiega il sindaco - ma registriamo che grazie al commissario Luigivalerio Santandrea, le opere sportive sono in dirittura d'arrivo, mentre per quanto riguarda quelle viarie abbiamo assistito ad un continuo cambio». Il meccanismo lega infatti il nome del commissario per le opere a quello del presidente di Anas. «Il risultato è che in questo modo abbiamo cambiato tre commissari in tre anni» spiega Ghedina. «Ad ogni riunione ci dicono che siamo in fase d'arrivo, le risorse ci sono i passaggi sembrano compiuti. Ora anche i sindaci hanno bisogno di vedere ruspe e operai. Basta con i rimpalli di responsabilità, non voglio fare una classifica ma lo scambio tra Anas e Ministero non ha funzionato».
NEL CAPOLUOGO
Nel dibattito a inserirsi è anche il primo cittadino Jacopo Massaro che sottolinea come una possibile via d'uscita sia quella di dare maggiori poteri ai primi cittadini: «La nostra è una provincia che ha la caratteristica della marginalità geografica. Per arginarla è evidente che le infrastrutture sono assolutamente determinanti. Credo bisognerebbe ragionare per un completamento di infrastrutture che ci consenta facile accessibilità alle zone della provincia. Come sindaci abbiamo chiesto al governo di stanziare corpose risorse per lo sviluppo infrastrutturale del paese e contestualmente dei poteri speciali per poter derogare al codice degli appalti con poteri commissariali, cosa che ci consentirebbe di avviare in tempi rapidissimi opere strategiche dei territori».
Andrea Zambenedetti
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