LE CURIOSITÀ
VENEZIA Il referendum del 22 ottobre si porta dietro tanti

Mercoledì 18 Ottobre 2017
LE CURIOSITÀ VENEZIA Il referendum del 22 ottobre si porta dietro tanti
LE CURIOSITÀ
VENEZIA Il referendum del 22 ottobre si porta dietro tanti numeri: 4.068.577 aventi diritto al voto (di cui 330.000 residenti all'estero), 4.739 sezioni (di cui 47 ospedaliere) aperte dalle 7 alle 23 in 575 Comuni, 4,5 milioni di schede e altri 4,5 milioni di ricevute di votazione, 62.555 manifesti, 10.500 verbali, 5.213 urne e altrettanti pacchi di cancelleria, 5.500 kit contenenti timbri, boccette di inchiostro e tamponi, 31.000 matite copiative. Ma la consultazione sull'autonomia custodisce anche parecchie curiosità. Ecco alcune particolarità dell'organizzazione che fa capo al dirigente Maurizio Gasparin.
IL MATERIALE
C'è voluto un intero capannone, situato a Casier nel Trevigiano, per stoccare tutto il materiale necessario all'allestimento dei seggi. La consegna avverrà entro venerdì a bordo di mezzi rigorosamente autorizzati, tanto che le targhe sono indicate in un elenco depositato nelle varie prefetture. Treviso è la provincia a cui è destinata la maggiore quantità schede e ricevute (770.000 più 770.000), mentre il Padovano primeggia in tutto il resto: manifesti (9.862), verbali (1.768), urne, pacchi di cancelleria e kit (884 per tipo), matite (4.400).
Per l'intero Veneto sono comunque state previste abbondanti scorte (per dire: 796.000 fra schede e ricevute, piuttosto che 477 urne e 3.700 matite, in modo da rimediare ad eventuali smarrimenti o guasti), attualmente in fase di distribuzione nelle varie sedi del Genio Civile.
L'EMERGENZA
Già da qui si capisce come questo referendum venga trattato a tutti gli effetti come un'emergenza. «Abbiamo previsto un piano B e anche un piano C», chiosa non a caso il governatore Luca Zaia. Così in questi giorni (e pure in queste notti) sono in corso stress test sul sistema informatico, per verificare la tenuta delle connessioni tra gli uffici comunali e l'osservatorio regionale. Pur con i debiti scongiuri, sul Canal Grande hanno messo in conto tutto, dalla calamità all'hacker, al punto da precettare 20 dipendenti regionali (da aggiungere al personale del call center che sta già rispondendo alle richieste di informazioni dei cittadini e ai dubbi giuridici degli uffici elettorali). In caso di blackout telematico, infatti, i risultati saranno raccolti e inseriti a mano.
Zaia stima comunque fra le 23.30 e le 24 di domenica i dati sull'affluenza e dunque le sue prime valutazioni, direttamente dal quartier generale ospitato a Palazzo Balbi. Una svolta, dopo anni di nottate post-elettorali al K3, sede trevigiana della Lega Nord.
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci