Le categorie: «Più controlli, deve tornare una città sicura»

Venerdì 28 Settembre 2018
Le categorie: «Più controlli, deve tornare una città sicura»
I RAPPRESENTANTI
PADOVA Da inizio agosto hanno tenuto il conto. E quel conto parla di una media impressionante di quasi una spaccata a notte che ha portato i commercianti e le loro associazioni a bussare alla porta del sindaco Sergio Giordani e dell'assessore al commercio Antonio Bressa per chiedere un intervento. Che è arrivato, con lo sblocco di duecento mila euro con cui potersi dotare di sistemi di sicurezza. Una decisione che ieri mattina ha riunito attorno ad un tavolo tutti i protagonisti delle associazioni di categoria. «E' un'operazione straordinaria, anche nell'importo ha commentato Filippo Segato, segretario padovano di Appe, l'associazione dei pubblici esercizi vuol dire riuscire ad aumentare la sicurezza in un centinaio di negozi. Quello che stiamo vivendo a Padova è un momento straordinario: non ci sono solo le spaccate ai negozi. Un nostro associato mi ha scritto che l'altra notte gli hanno divelto il furgone e a Voltabarozzo è normale trovarsi alla mattina i vetri rotti delle macchine. Noi, come Appe, siamo pronti a dare una mano ai nostri associati con la nostra assiurazione e fare da tramite per accedere a questi fondi. Certo però che non bastano i fondi, serve anche un fattore umano, una maggiore presenza delle forze dell'ordine che facciano da deterrente».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente dei commercianti Ascom, Patrizio Bertin che ha giudicato i duecentomila euro messi sul piatto da Palazzo Moroni come la «risposta a parte del problema, che resta forte. Chiaro che l'immediatezza con cui il Comune ha risposto dimostra come sia sentito il fatto. Così, sollecitati da noi commercianti, si riuscirà a mettere in sicurezza un numero importante di negozi». Anche per Bertin, a far leva sul Comune, è stata l'emergenza che ormai si ripete ogni notte. «Questo ha continuato il numero uno di Ascom è un periodo che crea più danni economici che danni per i furti in sé. Però dobbiamo dare una risposta ai residenti, ai commercianti e ai turisti: Padova non è insicura. Le forze dell'ordine fanno un lavoro esemplare, ma forse servirebbe qualcosa di più, qualche presenza in più, oltre alle ronde dei vigili urbani. Serve fare rete, perché quello che sta succedendo in questi giorni è un fenomeno che sta distruggendo l'immagine di Padova. Facciamo un tavolo con la Prefettura».
Una richiesta d'aiuto che il presidente di Acc (l'associazione dei commercianti del centro) Massimiliano Pellizzari è pronto a mettere nero su bianco e rivolgere direttamente al ministro dell'Interno, Matteo Salvini. «Sono già due mesi che quando chiudiamo i nostri esercizi ci chiediamo chi sarà il prossimo. Va bene la tecnologia ma serve una maggiore presenza di uomini. Se la questura e i carabinieri non ce la fanno eccola, la proposta possiamo servirci dell'esercito. E possiamo scrivere al ministro degli Interni che ci mandi più militari a presidiare il nostro centro storico, finché questa storia non sarà finita una volta per tutte».
Parla invece di giocare all'attacco Mauro Cinefra, voce di Confesercenti. «Il lavoro di Comune ed esercenti serve a mantenere alta la qualità della nostra offerta, e farlo vuol dire passare con forza per il nodo sicurezza ha spiegato Cinefra Non siamo a Scampia, non vogliamo i poliziotti che blindino la città, Padova è già una città sicura, turistica, dove in molti investono. Il problema è che ultimamente i nostri associati non riescono più a lavorare con tranquillità, come dovrebbero fare. Noi vogliamo aumentare gli standard di sicurezza come succede nelle città europee, con la tecnologia. La mossa del Comune è stato un asso importante calato nel bel mezzo di questa partita. Ci aspettiamo però che gli interventi non finiscano qui e chiediamo già nuovi fondi per il 2019, per allargare il numero dei negozi che potranno sfruttare le agevolazioni anche alle periferie».
Nicola Munaro
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