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Le associazioni prendono le distanze «Non appoggiamo le manifestazioni»

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Venerdì 15 Gennaio 2021
Le associazioni prendono le distanze «Non appoggiamo le manifestazioni»
LA CONDANNA
BELLUNO Le associazioni di categoria capiscono, aiutano, ma prendono le distanze dalle aperture ai clienti previste dal movimento Io apro, in violazione delle regole. E ci tengono a precisarlo: «Le regole sono regole e vanno rispettate, per non piangere un domani». Insomma, i ristoranti aperti per protesta questa sera non trovano il benestare di Ascom e della Camera di Commercio Belluno Treviso. Entrambi gli enti si dicono amareggiati per la scarsa attenzione rivolta dai palazzi romani ai ristoratori, entrambi hanno messo in campo iniziative a sostegno, ma quando si tratta di saltare a piè pari un provvedimento del Governo per fare di testa propria, allora il no è secco.
ASCOM
Paolo Doglioni presidente di Ascom ci tiene a ribadire, però, che lui gli imprenditori li capisce ed è addolorato per la situazione. A chiacchierare con lui emerge tutta la disperazione della categoria, di chi si trova a dover pagare affitti e bollette e a non sapere come mettere insieme il pranzo con la cena. «Bar e ristoranti hanno ragione dichiara -, gli imprenditori attendono ormai da un anno gli aiuti e moltissimi di loro sono in una situazione disperata perché i costi ci sono ma a fronte di una mancanza totale di entrate. L'emergenza sanitaria va rispettata, ma si deve anche tener conto dell'esigenza economica e psicologica delle persone. Questo insieme crea un mix esplosivo perché la gente è davvero disperata. Io continuo a sollecitare ristori veloci, che non risolveranno la crisi ma quanto meno non eviteranno che gli imprenditori escano di testa». Entra poi nel merito della manifestazione di questa sera, Doglioni, condannandola. «Non appoggio una manifestazione di questo tipo perché va incontro a rischi di carattere normativo, le leggi vanno rispettate commenta -. Però, allo stesso tempo, bisogna capire però le esigenze di questa povera gente che da un anno non percepisce un minimo di sostegno, ci sono dipendenti nella filiera che soffrono di questa situazione perché la cassa integrazione non è completa. Se si mettono d'accordo in 10 15 sono liberi di manifestare, ma l'associazione di categoria non centra».
CAMERA DI COMMERCIO
Il presidente della Camera di Commercio, Mario Pozza, sarebbe favorevole ad una protesta light: luci accese e tavoli apparecchiati, ma senza avventori. Tutto il resto sconfina nella violazione delle leggi. «Siamo in democrazia, per cui fortunatamente è ancora possibile manifestare il proprio dissenso verso qualcosa commenta -, la protesta ci sta ma i provvedimenti del Governo vanno rispettati. La legge è chiara: chi protesta rischia in proprio, davanti ad una multa l'associazione di categoria non può aiutare. Allora, vale la pena rischiare e rimetterci soldi per un po' di notorietà?». Pozza cerca di sollevare gli animi ricordando che è in arrivo il fondo da 18 milioni di euro delle Unioncamere per i ristoratori, gli albergatori, gli operatori dello spettacolo e altri codici Ateco. «Il malessere è generale e io lo comprendo conclude -, a mio avviso con maggiori controlli si potrebbero tenere aperti i ristoranti. Oggi ci sono lavoratori costretti a mangiare al freddo in auto perché non trovano locali aperti. Il momento è difficilissimo, stiamo vivendo mesi di lacrime e sangue, di ristori non sufficienti».
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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