LA TESTIMONIANZA
NOALE «Noi, malati Covid, abbandonati psicologicamente

Martedì 1 Dicembre 2020
LA TESTIMONIANZA
NOALE «Noi, malati Covid, abbandonati psicologicamente a noi stessi: basterebbe anche un semplice numero verde di supporto».
LE LACUNE DEL SISTEMA
A evidenziare una delle lacune del sistema che fronteggia l'emergenza è una cinquantaduenne di Noale che, lavorando nel settore sociosanitario - è infatti operatrice in una casa di riposo - si è trovata fin da subito a stretto contatto con questa realtà e già da tempo viveva in una sorta di isolamento preventivo. Ma negli ultimi giorni il virus lo ha sperimentato proprio sulla sua pelle essendo risultata positiva e non da asintomatica.
Cristina, questo il suo nome, è reduce da due settimane da non augurare a nessuno in cui, a parte la febbre, ha accusato tutti i sintomi della malattia, da cui per fortuna è uscita: sabato è arrivato anche l'ultimo tampone negativo. Ma le considerazioni che la donna ha maturato durante la quarantena non sono legate all'aspetto sanitario bensì a quel «meccanismo psicologico - spiega - che scatta da quando vedi la scritta rilevato su un esito di laboratorio. Già da tempo viviamo tutto con più ansia, ma quando non avverti più l'aroma del caffè, ti senti debole e spossato, il panico ha la meglio e ti imbatti in un iter burocratico, i medici, la sanità, gli ospedali. Il Covid è un nemico terribile, Perché ti isola e questo è un fattore devastante: ogni sintomo è un macigno».
Ed è qui che per Cristina dovrebbe esistere «un supporto più esteso e presente per tutti, in particolare per le persone più fragili come gli anziani»: una fragilità anche e soprattutto psicologica che peraltro riguarda tutti.
ALLEVIARE LO STRESS
«Possibile - si chiede l'operatrice - che in un'epoca così multimediale ed evoluta non possa essere attivato un servizio di sostegno, per esempio anche tramite un semplice numero verde che entri in contatto anche giornalmente con i malati di Covid a domicilio, al fine di tranquillizzare le loro paure e alleviare lo stress da isolamento, attraverso specialisti quali medici e psicologi?».
GLI AMICI NON BASTANO
Un aiuto che la cinquantaduenne avrebbe molto gradito. «Grazie a familiari e colleghi, ho avuto intorno a me un'importante cerchia di sostegno morale, rigorosamente sempre per telefono prosegue la donna -, ma se avessi ricevuto anche un supporto di tipo specialistico e mirato a dare informazioni utili, sarebbe stato determinante per trascorrere una quarantena più serena e sopportabile».
Cristina conclude chiarendo che la sua non è e non vuole essere assolutamente una polemica, «ma un punto di vista per contribuire a migliorare la situazione di chi sta soffrendo per una pandemia che già di suo ti toglie la libertà: non permettiamole di toglierci anche il nostro pensiero».
Nicola De Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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