LA TESTIMONIANZA
JESOLO «Ho cercato di tranquillizzarli, di dirgli di portare

Sabato 4 Luglio 2020
LA TESTIMONIANZA
JESOLO «Ho cercato di tranquillizzarli, di dirgli di portare pazienza, perché sapevamo che tipo di personaggio era questo. Ma quando lui ha iniziato a tirargli dietro le bottiglie, non ci hanno più visto». Gianni Zatta ricorda così i momenti vissuti la notte scorsa, in quegli attimi di tensione che saliva man mano che l'uomo di origini tunisine, che ora si trova ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale dell'Angelo di Mestre, infastidiva i clienti del suo locale. Lui è il gestore del Comida, un locale che da circa quattro anni si trova a due passi da piazza Milano e diventato ormai un punto di ritrovo per i tanti giovani che fanno la stagione e che, finito il turno, passano per qualche momento di relax prima di rientrare a casa. E' all'esterno del suo locale che sono iniziate le schermaglie, poi sfociate nel pestaggio del 38enne avvenuto in piazza, ad una cinquantina di metri. «Da noi arrivano prevalentemente ragazzi, anche molto giovani, che hanno finito il turno e si fanno una bevuta prima di rientrare. Siamo un punto di ritrovo, anche perché in zona siamo gli unici che teniamo aperti fino alle 4 del mattino. Abbiamo per lo più clientela abituale. I ragazzi che poi hanno rincorso il tunisino, sono nuovi. Hanno un accento veneziano, ma non conosco molto di loro». Mentre conosce bene il 38enne, noto anche alle forze dell'ordine per vari precedenti, anche legati allo spaccio di stupefacenti. «Abita in un hotel qua a Jesolo. Lo conosco io, ma anche altri miei colleghi: lo abbiamo segnalato più volte alle forze dell'ordine, perché ha creato problemi anche in altri locali. Mi risulta sia senza patente, eppure guida due auto ed uno scooter». Quella notte era stato al Comida già verso le 23. «Voleva bere, ma gli abbiamo detto di no perché appariva già in stato di ebbrezza». E quando è tornato è successo di tutto. «Aveva anche un taser, la pistola elettrica, e dello spray al peperoncino. I miei clienti lo conoscono, sanno che tipo è e sono stati buoni.Agli altri ho cercato di dirgli di portare pazienza, di non reagire, ma quando lui ha rovesciato il bidone della spazzatura sul marciapiede, ha preso le bottiglie che conteneva ed ha iniziato a tirargliele addosso, non ci hanno più visto. Lo hanno rincorso e lo hanno picchiato. Mi dispiace per la violenza, che non si giustifica in nessun modo, ma c'è da dire che aveva esasperato gli animi». Gianni aveva chiamato le forze dell'ordine. «Alle 3.43 la polizia e alle 3.44 i carabinieri: ma quando la pattuglia dell'arma è arrivata qua, era già successo tutto. Ora spero che lui si possa riprendere». Gianni ha timore di possibili conseguenze per il suo locale. «Certo, temo possano fare qualcosa, ma non sarebbe giusto, perché io dò un servizio, inoltre non è mai successo nulla: perché si dovrebbe pagare per colpa di pochi? Qui la movida non centra, non centra con quanto accaduto in piazza Mazzini, qui abbiamo solo gente tranquilla, ragazzi che lavorano». Il titolare del Comida chiede la presenza di forze dell'ordine. «Noi non possiamo sostituirci alle forze dell'ordine, serve la loro presenza. Non ci sono abbastanza aggregati? Si impieghino i militari. La movida deve essere divertimento, non un problema. Poi mi chiedo perché una persona già nota alle forze dell'ordine, può girare tranquillamente?».
Fabrizio Cibin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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