LA SVOLTA
PORDENONE Da cuore della Manchester del Nord Est, era diventato uno

Giovedì 9 Luglio 2020
LA SVOLTA
PORDENONE Da cuore della Manchester del Nord Est, era diventato uno scheletro buono per una Detroit post-industriale. Un monumento letteralmente cadente di una Pordenone che mai - si pensava - sarebbe stata in grado di rimettere ordine nella propria storia. Poi un lampo, inatteso, e quattro parole (articolo compreso) dette dal sindaco Ciriani: «Hanno comprato l'Amman». Non «potrebbero comprare» o «compreranno». Passato prossimo, definitivo. Dopo tre aste deserte, infatti, ieri mattina a Bologna l'asta senza incanto ha trovato un compratore. Una cordata veneta, che fa capo a un imprenditore della Valpolicella (Verona), ha scucito dalle tasche 1,275 milioni di euro. Era la cifra giusta per fare a pezzi le pagine dei fallimenti e iniziare a scrivere il libro dei progetti. La prima perizia di stima sul complesso industriale di 12 ettari era arrivata a 3,6 milioni di euro. Ieri l'ex cotonificio è stato venduto a una cifra tre volte inferiore. Ma è stato venduto, e ora potrà essere trasformato, resuscitato.
IL PIANO
L'ex Amman è già nel futuro. Il piano di recupero presentato dalla cordata che ha vinto il sito industriale prevede una rivoluzione, nella quale il mondo universitario pordenonese avrà il posto più importante. Dopo le demolizioni necessarie, infatti, la parte più importante dell'area diventerà uno studentato: sorgeranno residenze per gli universitari e aule studio immerse in un'area verde che resterà. Non si assisterà ad una cementificazione incontrollata. I servizi universitari però non completeranno il processo di trasformazione. Ci sarà spazio anche per un'ala da dedicare al commercio. Un piccolo nuovo centro economico che darà spazio a negozi e punti vendita.
LE REAZIONI
«È una notizia bellissima per Pordenone. Apriamo una pagina storica della città», ha detto a caldo il sindaco Alessandro Ciriani. «Il progetto di sviluppo preserverà sia il verde che la memoria. Permettetemi di dire che questo risultato, che mai era stato raggiunto prima, è frutto di un costante, faticoso e silenzioso lavorio di cui vado orgoglioso. Un lavoro fatto di incontri e negoziati col curatore fallimentare e con diversi soggetti, che non abbiamo pubblicizzato per la delicatezza delle operazioni e la tutela della privacy delle ditte. Ma è anche frutto degli approfondimenti tecnici dei nostri uffici, soprattutto sulla parte idraulica dell'area, e di una serie di proposte per avvicinare i privati. Ci tengo a ringraziare Bruno Paludet (agente immobiliare attivo in città, ndr), pedina fondamentale dell'operazione. Soddisfazione sì precisa infine ma sia chiaro che per vedere concretizzato il recupero non ci vorranno mesi, ma anni. Dunque non facciamo trionfalismi ma ci metteremo a lavorare in silenzio come abbiamo fatto fino ad ora».
LA STORIA
Il cotonificio, allora Amman & Wepfer, nasce in località alle Melosette vicino a Borgomeduna nel 1875. Da quel momento, una crescita che porterà - nel 1909 - anche alla creazione dell'omonimo canale. Nasceranno alloggi per gli operai e nuovi edifici per la filatura del cotone. Il secondo dopoguerra porta il Paese verso l'industria moderna, e l'alluvione del 1966 dà il colpo di grazia all'Amman: la produzione cessa praticamente del tutto. Poi inizia la storia contemporanea, i decenni spesi nel tentativo di resuscitare una zona di Pordenone che nel tempo diventa meta di bivacchi, area a rischio crolli, vittima di un incendio e dei vandali. Nel 2017 fallisce la società proprietaria del sito, la Inexo. Aveva un progetto, che prevedeva un nuovo centro commerciale, un albergo, residenze e una serie di servizi privati e pubblici. Un naufragio. Per fortuna l'ultimo, prima del lampo di ieri.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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