LA STRUTTURA
MESTRE Dal 28 aprile è a disposizione anche per quanti tornano

Giovedì 13 Maggio 2021
LA STRUTTURA
MESTRE Dal 28 aprile è a disposizione anche per quanti tornano nel Veneziano da India, Bangladesh e Sri Lanka e che, per decreto del Governo, devono affrontare una quarantena vista la violenta diffusione del coronavirus in quelle zone dell'Asia Ma in tutti questi mesi in cui è stato in funzione - come lo è tutt'ora - il Covid Hotel dell'Ulss 3 ha ospitato una quarantina di persone che hanno bussato alla struttura perché, da positive al nemico invisibile, ma asintomatiche, non avevano la possibilità di trascorrere la quarantena in un luogo isolato, fosse anche una stanza.
L'IDENTIKIT DEGLI OSPITI
«In una fase in cui il contagio si è diffuso in modo significativo anche all'interno dell'ambito familiare - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 3, Edgardo Contato - l'azienda ha avuto a disposizione una struttura adatta a gestire, garantendoli, gli isolamenti più complessi, e cioè quelli di chi non poteva affrontare questo periodo di isolamento in sicurezza nella propria abitazione. Dalla sua individuazione, il Covid Hotel non ha mai cessato di ospitare persone positive».
Dieci le stanze a disposizione che si sono rivelate sempre sufficienti, senza che ci sia stato un solo giorno in cui non abbiano accolto uno o più utenti. In totale sono una quarantina gli ospiti avuti, a cui si deve aggiungere un'altra decina di persone che hanno passato l'isolamento nella Foresteria dell'ospedale Civile di Venezia. Della quarantina di ospiti, il 66% erano stranieri mentre il restante 34% italiani. Più le donne (80%) rispetto agli uomini (20%). Il 43% degli ospitati aveva tra i 41 e i 60 anni, il 37% tra i 21 e i 40, il 17% oltre i 61 anni e il 3% under20. E ancora, il 41% si è fermato dai 15 ai 21 giorni, il 35% per al massimo sette giorni, il 19% da 8 a 14 giorni e il 7% più di 21 giorni. Il periodo nel quale è stato più utilizzato? Tra il 15 aprile e l'11 maggio scorsi, a chiusura della terza ondata.
«Si tratta di un servizio offerto a partire dalle indicazioni regionali - continua il dg - e che ha operato con discrezione ed efficienza: attraverso la convenzione con la struttura, l'azienda sanitaria ha offerto a chi rientrava nei parametri l'alloggio, il vitto fornito da specifico service, i dispositivi di protezione per gli operatori dell'ospitalità, il monitoraggio sulla struttura e sulla gestione delle persone ospitate».
LA RESPONSABILE
«Tutto si è svolto fin qui nel migliore dei modi - spiega la referente infermieristica Gianna Iannello - L'inserimento dei pazienti che rispondono ai requisiti può essere richiesto di norma dal medico di famiglia, dagli Usca o dal reparto ospedaliero che dimette il paziente. Tutti gli ospiti sono stati gestiti senza difficoltà né emergenze; in un solo caso si è reso necessario trasferire presso l'ospedale una delle persone accolte per un aggravarsi del quadro».
Ogni ospite veniva monitorato e i dipendenti della struttura avevano un tampone quindicinale. Mentre un opuscolo informativo in italiano e inglese spiegava le regole.
N. Mun.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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