LA STORIA
BELLUNO Dopo 65 anni «drio al banco» da qualche giorno lo

Domenica 12 Gennaio 2020
LA STORIA
BELLUNO Dopo 65 anni «drio al banco» da qualche giorno lo storico commerciante-edicolante Baggetto, al secolo Ervinio Baggio, all'età di 76 anni ha abbassato le serrande per sempre. La sua è anche storia di Castion, di quel paese di montagna solidale, pieno di bambini che frequentavano le 5 scuole elementari, che c'erano a quel tempo. Il piccolo centro di allora era quello che ancora non conosceva parole come spopolamento o furti e che si risollevava nel duro Dopoguerra, grazie a quegli abitanti che si aiutavano l'un l'altro. Ervinio Baggio, classe 1943, era un bambino che dovette crescere troppo in fretta: il padre disperso in Russia, la madre malata, toccò a lui rimboccarsi le maniche.
IL LAVORO
A 10 anni, nel 1953, era già dietro al bancone della storica attività di famiglia: era principalmente un edicola, ma piano piano si allargò con pasticceria, gelati, merceria. Da Baggetto insomma trovavi tutto. Quello di Pian delle Feste non era il negozio originario, l'alimentari che la nonna durante la guerra dovette vendere. Poi accanto aprì quella nuova attività, di cui Ervinio ancora bambino era già una colonna. Nei suoi 65 anni di lavoro non ha mai fatto un giorno di malattia: ha sempre lavorato con una media di 90 ore settimanali, tutti i giorni, alzandosi alle 5. E quando l'Ascom gli ha detto che gli avrebbe conferito una medaglia lui non si è nemmeno presentato alla cerimonia: «Non ho tempo - ha detto - devo lavorare». Nella sua carriera di commerciante, con una media di 200 persone che entravano nel suo negozio, avrà servito quasi 4 milioni di clienti. Negli ultimi giorni del 2019, molti di quegli avventori e tantissimi giovani, sono andati a salutarlo nel suo negozio: da 18 anni non aveva più l'edicola e aiutava la nipote Erika Malosso nella merceria, che aveva preso il posto di quell'attività di un tempo. Ma insieme hanno deciso che era l'ora di lasciare: anche in questo caso ad aiutare nella decisione del commerciante il nuovo obbligo di scontrino elettronico.
I RICORDI
Ma ai tempi di Baggetto lo scontrino non esisteva. Non esistevano le tasse, come le conosciamo oggi. «All'epoca si pagavano il dazio - racconta - era il commerciante che dichiarava quello che incassava. Una volta venni chiamato dalla Finanza e mi chiese Fa tutte queste ore e guadagna così poco?. Si è parlato, ci si è messi d'accordo, ed è stato chiuso tutto con 500mila lire». Insomma non c'era l'Agenzia delle Entrate, il blocco dei conti correnti, gli studi di settore, Equitalia: si lavorava tanto, ma le soddisfazioni c'erano. Di fronte a Baggetto c'era sempre la fila. La fila di ragazzi che aspettavano di comprare gelato. Quella delle famiglie che si assiepavano di fronte alla vetrina per le paste la domenica. «Compravamo 200 paste e le vendevamo tutte», racconta Ervinio. Sì perché all'iniziale edicola, poi cartoleria, si erano aggiunti settori con una semplice richiesta al sindaco. «La licenza non era come adesso - racconta il commerciante -. Sior sindaco voglio vendere gelati e si metteva gelati. Sior sindaco voglio vendere libri e si scriveva un nuovo settore».
I GIORNALI
L'edicola era il settore di punta fin dall'inizio. I giornali si vendevano a centinaia. Era Ervinio, allora bambino, che andava a prenderli a Belluno la mattina alle 6, prima in bicicletta, poi a 13 anni in Vespa, «con qualsiasi tempo», sottolinea. Prima alle Messaggerie Venete, in via Segato, poi in via Garibaldi, poi a Baldenich e infine alla Veneggia. Gazzetta dello Sport, Gazzettino ognuno voleva la sua copia. «Mi è stata chiesta la ricetta per rilanciare le edicole - dice Baggetto - sinceramente non so quale sia». Sapendo come è finita, se tornasse indietro rifarebbe ancora tutto, una vita di sacrifici così, dietro il banco? «C'era un bel giro - conclude Baggetto -, in quel momento andava bene, ma non avrei mai pensato che sarebbero arrivati tempi così».
«Mi chiede se lo rifarei? Non avevo scelta: ho dovuto lavorare fin da subito».
Olivia Bonetti
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