LA SITUAZIONE
TORREGLIA Si riparte. Ma ora che i ristoratori sono stati finalmente

Mercoledì 13 Maggio 2020
LA SITUAZIONE
TORREGLIA Si riparte. Ma ora che i ristoratori sono stati finalmente accontentati dopo i mugugni e le proteste di qualche settimana fa, quando sembrava che i locali non potessero aprire prima di giugno, ecco che arrivano le incognite legate all'assenza di un codice di comportamento preciso nell'accogliere i clienti. Un dato certo assimilato dagli operatori è quello del distanziamento dei tavoli. Ma su tutto il resto pesa l'assenza di norme precise, attese quasi spasmodicamente dalle Associazioni di categoria. «In assenza di regole valide per tutti spiega così Giuliano Lionello, titolare del ristorante Al Pirio di Torreglia cercherò di adattare un vademecum già sperimentato dai ristoratori trentini ed alto atesini che hanno appena aperto. Il locale nel frattempo è stato provvisto di tutte le misure di sicurezza a cominciare dai dispositivi con il gel disinfettante. Ed anche il personale è stato istruito a dovere».
IL COMPORTAMENTO
Ma come dovrà comportarsi il ristoratore? Sui molti locali dei colli, la disponibilità di ampie terrazze o di giardini renderà meno pressate l'attenzione al rispetto delle norme di sicurezza da parte del gestore. «Mi chiedo però osserva Francesca Borin, titolare della Montanella di Arquà oltre che presidente dei Ristoratori Padovani dove potremmo arrivare. Dovremo attivare ad esempio lo scanner per misurare la temperatura? Ancora non ci è stato chiesto e speriamo che la misura non ci venga imposta all'ultimo momento. Che dire poi dell'accoglienza degli ospiti? Li dovremo fare entrare in mascherina?»
Molti locali dei Colli, ad esempio, proprio grande alla notevole disponibilità di spazi saranno in grado di ripartire i gruppi famigliari in sale separate. E in quei casi sarà il capo famiglia responsabile delle modalità di avvicinamento di commensali. Se il distanziamento fra tavolo e tavolo è una delle poche prescrizioni certe, di sicuro i ristoratori non ricorreranno alle barriere di plexiglass come norme di sicurezza. «Lo spazio basta e avanza ha sottolineato Fabio Legnaro, patron del ristorante da Ballotta a Torreglia esattamente come esistono entrate ed uscite in posizione tale da impedire l'incrocio degli avventori. Ma se tutto questo per noi è possibile non vogliamo pensare alle conseguenze dei distanziamenti nei locali meno capienti. Il timore è comunque di non ricevere in tempo informazioni adeguate. Ci spiacerebbe davvero dover incorrere in sanzioni per misure magari rese note solo all'ultimo momento». Ed è proprio qui che i ristoratori fanno letteralmente i conti con i metri quadrati. «Se non fosse per la veranda all'aperto spiegano i componenti della famiglia Calaon, titolari della trattoria da Ezio di Teolo il sacrificio sarebbe notevole. Stiamo trascorrendo queste giornate portando fuori i tavoli dalle sale esterne ed adattandoli alla situazione. Se il tempo non dovesse darci una mano, il sacrificio della capienza di una volta è indiscusso. Con le ricadute economiche del caso».
La voglia di aprire però è la stessa che hanno i clienti. «Molti dei nostri avventori più affezionati conclude ancora Fabio Legnaro della trattoria Ballotta ci hanno già chiamato per farci gli auguri per la riapertura. E per tutti, per festeggiare la riapertura, ci sarà un brindisi. Dopo due mesi di blocco, sia i ristoratori, sia il personale di servizio che li stessi clienti, se lo sono davvero meritato».
Lucio Piva
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