La riscossa della legalità. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia,

Venerdì 13 Luglio 2018
La riscossa della legalità. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia,
La riscossa della legalità. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, definisce il blitz di Mestre che ha ripulito un intero quartiere dallo spaccio e dalla delinquenza, decapitando un'organizzazione criminale organizzata su più livelli e composta solamente da nigeriani. Secondo il governatore ora bisogna andare oltre, cominciando con l'inasprire le pene: «Serve una legge speciale che valga per tutti, bianchi, rossi, veneti, nigeriani». E - dice - smetterla con il buonismo: «Gli arrestati di via Piave dovevate mostrarli con le manette ai polsi, quelle immagini sono la vera pubblicità progresso da mandare in Nigeria».
Presidente, cosa pensa della retata di Mestre?
«Intanto le vive e sincere congratulazioni, non solo mie ma dell'intero popolo veneto, alla Procura di Venezia, al procuratore capo Bruno Cherchi, ai suoi uomini e alle sue donne, a tutte le forze dell'ordine. È una di quelle giornate che vorresti non finissero mai, basta guardare con che entusiasmo il popolo legge questo intervento che non è altro che l'applicazione del buon senso. Via Piave a Mestre nasce come un boulevard cittadino, una strada di grande prestigio, ma pian piano è stata devastata da una colonizzazione di delinquenti matricolati che i cittadini hanno sopportato e subito per anni. Questi blitz sono un'iniezione di vita per i veneti e per chi abita in Veneto, hanno dei contenuti che vanno al di là di via Piave, rappresentano l'orgoglio di avere delle istituzioni che ci difendono. Noi cittadini contiamo sia un'aria nuova».
In che senso?
«Io spero che sia finalmente finita l'epoca dei piagnistei, dei perbenismi, di tutti quei discorsi di cui il blitz di via Piave ha dimostrato l'inutilità totale. Non la voglio buttare in politica perché ho il rispetto del lavoro, durato mesi, della Procura e delle forze dell'ordine. Dico che ancora una volta il Veneto fa scuola, non ho notizie di blitz del genere in giro per l'Italia. Ma soprattutto questo è un modello che deve diventare una norma nelle nostre città».
Blitz ovunque?
«Assolutamente sì, ne abbiamo le scatole piene. La mia segreteria, che ha circa 20mila contatti all'anno, riceve non avete idea quanti messaggi di gente angosciata che è barricata in casa, che non si fida di far rientrare le figlie da sole... Il vero investimento che deve fare l'Italia adesso, e mi riferisco alla pubblicità progresso da mandare in Africa, sono le immagini del blitz di Mestre. E si tolgano le norme che obbligano i giornali e le tv italiane di offuscare le manette: facciamole vedere. Eravamo terra di conquista dei delinquenti? Bene, adesso non c'è più aria!».
Il 90% degli arrestati a Mestre sono richiedenti asilo. Si aspettava un dato così alto?
«Bisognerebbe chiederlo a quelli che ci definivano esagitati, razzisti, infami. Che vadano in via Piave a protestare perché hanno arrestato le risorse. Io non generalizzo ma il fatto che il 90% degli arrestati a Mestre siano migranti vuol dire che quello che arriva qua è un concentrato di delinquenti. Mettiamoci nel Nigeria-pensiero, quello del delinquente che deve colonizzare la civilissima Italia o l'Europa e far business con la prostituzione e la droga: ma quale migliore occasione se non caricare un po' di questi delinquentoni sui barconi? Si arriva a costo zero in Italia, li portano nei posti giusti dove si spaccia e sono addirittura protetti perché guai a toccarli. Solo che i primi a farne le spese sono i profughi veri e poi tutti noi cittadini che abbiamo un continuo, costante e inesorabile inoculo di delinquenza nelle nostre comunità. È come quando arrivano i predatori tropicali nei nostri mari e i nostri pesci non li trovi più».
Una delle quattro basi di stoccaggio della droga era nell'ex caserma Serena, oggi centro di accoglienza nel trevigiano. Secondo lei sono mancati i controlli?
«È quello che mi chiedo: oltre a portargli il pasto, il caffè e a dirgli quanto bravi sono, chi doveva controllare cosa ha controllato? Ma se non ti rendi neanche conto che c'è un centro di spaccio in una caserma dove in teoria dovrebbero esserci delle anime pure in attesa di un aiuto solidale?».
Ha esagerato il parroco don Mirco Pasini a suonare le campane a festa?
«Il prete ha fatto benissimo, io lo autorizzerei a suonarle tutto il giorno».
La preoccupazione degli abitanti di Via Piave è che dopo il blitz tutto torni come prima. C'è questo rischio?
«Intanto la gente deve uscire di casa, la sera tutti in strada: portate fuori il cane, passeggiate, via Piave deve essere nostra. Poi bisognare controllare tutti i negozi etnici. E soprattutto fare subito una legge speciale per inasprire le pene e avere la certezza della pena. Perché il nigeriano si mette a ridere quando vede il nostro codice penale».
Dovrebbe dirlo al suo partito, governa la Lega.
«Ma non ho dubbi. Il Parlamento adesso ha una colorazione politica ed è stato scelto a mani piene da questo territorio. Bene, adesso il territorio si aspetta questo. Provvedimenti così si possono fare velocemente, non aspettiamo la riforma della giustizia. Possiamo decidere che si va in galera anche con un giorno di condanna? Negli Stati Uniti funziona così. Le carceri sono affollate? Non importa, ne costruiamo ancora, non c'è un cittadino italiano che non veda di buon occhio di costruire nuove carceri perché per noi nelle carceri ci vanno i delinquenti non quelli bravi».
Il Pd veneziano rivendica la paternità del blitz di Mestre, dice che è merito dell'ex ministro dell'Interno Minniti e non di Salvini.
«Intanto è noto che il clima a Roma è cambiato e non ci sarà nessuna crocerossina che arriva qui a dire che hanno arrestato dei bravi ragazzi. Dopodiché mi pare stucchevole questa polemica: il Pd ha governato il Paese dal 12 novembre 2011 al 1. giugno 2018, per sette anni, e viene ad accreditarsi un blitz addirittura postumo? Se non ce l'hanno per il dibattito politico, che abbiano almeno rispetto per i cittadini, la Procura, le forze dell'ordine che hanno lavorato».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci