LA RIPARTENZA
VENEZIA Due figlie di Venezia sono nate nel corso del fine settimana

Giovedì 4 Giugno 2020
LA RIPARTENZA
VENEZIA Due figlie di Venezia sono nate nel corso del fine settimana scorso, un segno della rinascita che parte da uno dei settori chiave, la cantieristica minore. A partorirle sono state le maestranze delle isole della Giudecca e di Murano, dove le sapienti mani della falegnameria Maschio di Mario Bullo e Alessandro Vianello e del maestro d'ascia Giovanni Da Ponte hanno forgiato il legno fino a farlo diventare barca. Le due nuove imbarcazioni sono il simbolo di una rinascita dopo il Covid e dopo l'aqua granda del novembre scorso, che ha steso le realtà cittadine. Ma la voglia di ripresa è stata più forte e così il saper fare artigiano ha avuto ancora una volta la meglio. I
l primo varo dopo il lungo periodo di difficoltà è avvenuto alla Giudecca venerdì sera. Alle 18, sulle note di Momenti di gloria la bottiglia si è infranta contro la carena della barca interamente in legno: «Ci sono volute circa duecento ore di lavoro - ha spiegato Bullo ai tanti presenti - ma l'abbiamo fatto per passione. È sagomata, perché farla squadrata è più semplice, è bellissimo e dà soddisfazione». Il nome ancora non è stato svelato, ma le caratteristiche sono evidenti. La barca da famiglia, che se dovesse esser messa in vendita varrebbe circa 28mila euro, può raggiungere i 60 chilometri l'ora con cinque persone a bordo e un motore 40-60. Nel cantiere Consorzio Venezia Sviluppo, dove è stata progettata e realizzata, i falegnami hanno anche ideato un tavolino estraibile dalla prua per utilizzarlo per il pranzo o per appoggiare i bicchieri utili a un brindisi. Il primo varo dopo la lunga inattività è stato accolto dalla comunità con curiosità. Tante le persone che han preso parte all'evento e che poi si sono raccolta all'interno della falegnameria per un brindisi. Dal Consorzio hanno fatto anche sapere che per il 2021 è atteso lo studio di un particolare sistema che sarà in grado di eliminare del 60-70% le onde prodotte dalle imbarcazioni. Un modo, questo, per rendere più compatibili le barche da diporto o da lavoro con le caratteristiche della laguna veneziana, rispettandola e andando sempre più nella direzione della sostenibilità.
In questo senso a Murano, presente anche l'assessore alla coesione sociale Simone Venturini, si è tenuto il secondo varo dopo le chiusure forzate. A far infrangere la bottiglia sulla carena è stata Elena Magro, direttrice di Assonautica veneziana. In questo caso si è trattato di una topetta in legno e motore elettrico che ha visto il suo via al cantiere nautico Il Barcarizzo di Murano. Anche in questa occasione i partecipanti hanno festeggiato l'evento plaudendo alle abilità artigiane di Da Ponte, auspicando che il peggio sia passato e che presto si torni alla normalità.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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