LA RIPARTENZA
VENEZIA Due figlie di Venezia sono nate nel corso del fine settimana scorso, un segno della rinascita che parte da uno dei settori chiave, la cantieristica minore. A partorirle sono state le maestranze delle isole della Giudecca e di Murano, dove le sapienti mani della falegnameria Maschio di Mario Bullo e Alessandro Vianello e del maestro d'ascia Giovanni Da Ponte hanno forgiato il legno fino a farlo diventare barca. Le due nuove imbarcazioni sono il simbolo di una rinascita dopo il Covid e dopo l'aqua granda del novembre scorso, che ha steso le realtà cittadine. Ma la voglia di ripresa è stata più forte e così il saper fare artigiano ha avuto ancora una volta la meglio. I
l primo varo dopo il lungo periodo di difficoltà è avvenuto alla Giudecca venerdì sera. Alle 18, sulle note di Momenti di gloria la bottiglia si è infranta contro la carena della barca interamente in legno: «Ci sono volute circa duecento ore di lavoro - ha spiegato Bullo ai tanti presenti - ma l'abbiamo fatto per passione. È sagomata, perché farla squadrata è più semplice, è bellissimo e dà soddisfazione». Il nome ancora non è stato svelato, ma le caratteristiche sono evidenti. La barca da famiglia, che se dovesse esser messa in vendita varrebbe circa 28mila euro, può raggiungere i 60 chilometri l'ora con cinque persone a bordo e un motore 40-60. Nel cantiere Consorzio Venezia Sviluppo, dove è stata progettata e realizzata, i falegnami hanno anche ideato un tavolino estraibile dalla prua per utilizzarlo per il pranzo o per appoggiare i bicchieri utili a un brindisi. Il primo varo dopo la lunga inattività è stato accolto dalla comunità con curiosità. Tante le persone che han preso parte all'evento e che poi si sono raccolta all'interno della falegnameria per un brindisi. Dal Consorzio hanno fatto anche sapere che per il 2021 è atteso lo studio di un particolare sistema che sarà in grado di eliminare del 60-70% le onde prodotte dalle imbarcazioni. Un modo, questo, per rendere più compatibili le barche da diporto o da lavoro con le caratteristiche della laguna veneziana, rispettandola e andando sempre più nella direzione della sostenibilità.
In questo senso a Murano, presente anche l'assessore alla coesione sociale Simone Venturini, si è tenuto il secondo varo dopo le chiusure forzate. A far infrangere la bottiglia sulla carena è stata Elena Magro, direttrice di Assonautica veneziana. In questo caso si è trattato di una topetta in legno e motore elettrico che ha visto il suo via al cantiere nautico Il Barcarizzo di Murano. Anche in questa occasione i partecipanti hanno festeggiato l'evento plaudendo alle abilità artigiane di Da Ponte, auspicando che il peggio sia passato e che presto si torni alla normalità.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA VENEZIA Due figlie di Venezia sono nate nel corso del fine settimana scorso, un segno della rinascita che parte da uno dei settori chiave, la cantieristica minore. A partorirle sono state le maestranze delle isole della Giudecca e di Murano, dove le sapienti mani della falegnameria Maschio di Mario Bullo e Alessandro Vianello e del maestro d'ascia Giovanni Da Ponte hanno forgiato il legno fino a farlo diventare barca. Le due nuove imbarcazioni sono il simbolo di una rinascita dopo il Covid e dopo l'aqua granda del novembre scorso, che ha steso le realtà cittadine. Ma la voglia di ripresa è stata più forte e così il saper fare artigiano ha avuto ancora una volta la meglio. I
l primo varo dopo il lungo periodo di difficoltà è avvenuto alla Giudecca venerdì sera. Alle 18, sulle note di Momenti di gloria la bottiglia si è infranta contro la carena della barca interamente in legno: «Ci sono volute circa duecento ore di lavoro - ha spiegato Bullo ai tanti presenti - ma l'abbiamo fatto per passione. È sagomata, perché farla squadrata è più semplice, è bellissimo e dà soddisfazione». Il nome ancora non è stato svelato, ma le caratteristiche sono evidenti. La barca da famiglia, che se dovesse esser messa in vendita varrebbe circa 28mila euro, può raggiungere i 60 chilometri l'ora con cinque persone a bordo e un motore 40-60. Nel cantiere Consorzio Venezia Sviluppo, dove è stata progettata e realizzata, i falegnami hanno anche ideato un tavolino estraibile dalla prua per utilizzarlo per il pranzo o per appoggiare i bicchieri utili a un brindisi. Il primo varo dopo la lunga inattività è stato accolto dalla comunità con curiosità. Tante le persone che han preso parte all'evento e che poi si sono raccolta all'interno della falegnameria per un brindisi. Dal Consorzio hanno fatto anche sapere che per il 2021 è atteso lo studio di un particolare sistema che sarà in grado di eliminare del 60-70% le onde prodotte dalle imbarcazioni. Un modo, questo, per rendere più compatibili le barche da diporto o da lavoro con le caratteristiche della laguna veneziana, rispettandola e andando sempre più nella direzione della sostenibilità.
In questo senso a Murano, presente anche l'assessore alla coesione sociale Simone Venturini, si è tenuto il secondo varo dopo le chiusure forzate. A far infrangere la bottiglia sulla carena è stata Elena Magro, direttrice di Assonautica veneziana. In questo caso si è trattato di una topetta in legno e motore elettrico che ha visto il suo via al cantiere nautico Il Barcarizzo di Murano. Anche in questa occasione i partecipanti hanno festeggiato l'evento plaudendo alle abilità artigiane di Da Ponte, auspicando che il peggio sia passato e che presto si torni alla normalità.
Tomaso Borzomì
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