LA RABBIA
BELLUNO «Riprendiamoci il nostro territorio. A Roma si decide

Domenica 21 Aprile 2019
LA RABBIA BELLUNO «Riprendiamoci il nostro territorio. A Roma si decide
LA RABBIA
BELLUNO «Riprendiamoci il nostro territorio. A Roma si decide di far morire il Comelico, a Venezia non si decide il futuro infrastrutturale della nostra provincia, mentre la questione autonomista veneta e bellunese viene rimpallata tra enti e ministeri perché non arrivi a una conclusione. Basta!».
Anche il movimento Belluno Autonoma Dolomiti (Bard) entra nel coro degli arrabbiati. In pochi giorni due grandi questioni di sopravvivenza del territorio si sono intrecciate, creando una perfetta congiuntura astrale negativa. Prima con i tentennamenti sul prolungamento dell'A27, per la cui progettazione si rischia di perdere il treno dei fondi europei, poi con la bocciatura del collegamento sciistico Comelico-Pusteria da parte della Sovrintendenza alla quale si è aggiunta una nuova imposizione di vincoli su Comelico e Auronzo.
#IOSTOCOLCOMELICO
Confindustria annuncia una mobilitazione che coinvolga anche l'associazione nazionale, dai balconi del Comelico spuntano striscioni con scritto «lasciateci vivere» e in Europa, dove la campagna elettorale è ormai nel vivo, il rappresentante Remo Sernagiotto (FdI) lancia #iostoconilComelico.
«Fanno bene i cittadini comeliani ad alzare finalmente la testa - prosegue il Bard -: saremo al loro fianco in tutte le manifestazioni. Non è accettabile che una Regione e dei sindaci non vengano messi a conoscenza di vincoli che un ministero vuole mettere sul territorio: dove è finito il rispetto tra gli enti? È chiaro che non possiamo continuare ad aspettare decisioni che arrivano da chi non sa cosa c'è sul territorio, qual è la situazione e quali sono le necessità e le esigenze dei cittadini. Parliamo di Roma, ma anche di Venezia: il percorso autonomista deve accelerare e portare a una sovrintendenza provinciale».
AUTOSTRADA
E poi l'autostrada: «Nessuno prende decisioni concrete per questo territorio, perché elettoralmente non contiamo nulla. La questione autostrada è tornata alla ribalta solo come materia di confronto elettorale, sul Treno delle Dolomiti non si è più pronunciato nessuno. - concludono dal Bard -. Siamo solo terreno di dibattito e di scontro politico, non siamo realtà da amministrare e da far sviluppare: per questo è necessaria l'autonomia e una forte rappresentanza politica di un ente eletto democraticamente dai suoi cittadini».
L.M.
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