LA PROSSIMA STAGIONE
CORTINA Meglio con il green pass che chiusi. Le associazioni

Domenica 25 Luglio 2021
LA PROSSIMA STAGIONE
CORTINA Meglio con il green pass che chiusi. Le associazioni degli esercenti degli impianti a fune hanno individuato nella carta verde, che attesta l'avvenuta immunizzazione al covid-19, uno strumento per guardare con minori preoccupazioni alla prossima stagione turistica invernale. In prima fila c'è Dolomiti Superski, il grande carosello che comprende dodici aree sciistiche, fra Veneto, Alto Adige e Trentino, con oltre 1.200 chilometri di piste. Tutto ciò mentre la categoria attende a giorni, se non a ore, che l'Unione Europea sblocchi l'erogazione dei ristori economici per queste aziende, a compensare, almeno in parte, le perdite della scorsa stagione. «Lo strumento del green pass è stato individuato per programmare, con i tempi giusti, il prossimo inverno conferma Renzo Minella, presidente per il Veneto della Associazione nazionale impianti a fune noi contiamo che per dicembre, all'apertura della stagione, sia cambiata la situazione attuale e non ci siano più i problemi di rilascio del certificato. Speriamo soprattutto che con il green pass si possano togliere i vincoli alla nostra attività: ora c'è la riduzione della portata degli impianti, nelle vetture chiuse, e un contingentamento del numero di persone che si possono trasportare ogni giorno, in un determinato comprensorio. Questo non ci permette di fare programmazione. Inoltre il certificato consentirà di accedere liberamente agli impianti e anche a tutti gli altri servizi, soprattutto ai rifugi, parte importante del nostro indotto».
LE REGOLE
Nel dettaglio tecnico, l'utilizzo del green pass dovrebbe essere semplice: «Dolomiti Superski ha dato l'incarico di studiare un sistema informatico per abbinare questa certificazione alla tessera skipass. Sarà fatto un identico ragionamento anche per tutte le altre aree sciistiche, oltre le Dolomiti: il 29 luglio abbiamo il consiglio nazionale Anef e cercheremo di condividere questa idea con tutti gli impiantisti d'Italia, per elaborare una proposta concreta, da portare al Comitato tecnico scientifico e al governo. Chiediamo che gli impianti siano considerati alla stregua degli stadi, dei teatri e delle altre strutture». In quanto ai ristori economici, i tempi paiono maturi: «Aspettavamo entro questa settimana la notifica, da Bruxelles, chiesta dal governo italiano, che poi consenta di erogare le risorse. Lo farà con un decreto di pagamento, tramite l'Agenzia delle entrate. Siamo fortemente in crisi, anche per gli sforzi fatti per riuscire ad aprire in questa stagione estiva. Se e quando arriveranno, i ristori ci consentiranno di guardare al prossimo inverno con più serenità».
L'ALTERNATIVA
Marco Zardini è presidente di Cortina Skiworld, consorzio con Auronzo e San Vito di Cadore: «Meglio il green passo che la chiusura. Certamente gli impiantisti non possono permettersi di perdere un'altra stagione invernale: in questo caso diverse società salterebbero. Quello strumento ci consente di lavorare, evita le chiusure, per noi ormai insostenibili. Ci adegueremo, se questa sarà la soluzione concordata. Siamo un servizio pubblico, dobbiamo adeguarci alle norme in materia: non possiamo essere noi a disporne l'utilizzo, dovranno essere le istituzioni». Le disposizioni attuali sono accettabili, ma soltanto per l'estate: «Adesso è libero l'utilizzo delle seggiovie, se sono aperte. Se invece sono carenate, chiuse, allora va dimezzato il numero delle persone. C'è inoltre un contingentamento del numero di persone che si possono far salire in un comprensorio; ad agosto potrebbe invece prospettarsi qualche difficoltà. Noi comunque verifichiamo tutti i giorni il numero di passaggi, per cui potremo facilmente adeguarci».
Marco Dibona
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