La procura verso l'indagine per lesioni il fascicolo per ora rimane senza nomi

Lunedì 18 Maggio 2020
La procura verso l'indagine per lesioni il fascicolo per ora rimane senza nomi
L'INCHIESTA
VENEZIA Per il momento, nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Paola Tonini, titolare dell'inchiesta, nomi non ce ne sono. Ma è molto probabile che se, come sembra, l'indagine dei carabinieri verterà sul reato di lesioni colpose, nel registro ci finiranno i vertici della 3V Sigma. Responsabile della sicurezza e amministratore delegato in primis, considerando che, da una prima ricostruzione degli investigatori, a scatenare il disastroso incendio a Porto Marghera, venerdì, sarebbe stato un incidente sul lavoro causato accidentalmente dagli operai che si stavano occupando della saldatura e della manutenzione del serbatoio.
Questa almeno sembra essere la pista principale su cui si starebbero concentrando le attenzione di nucleo investigativo antincendio territoriale dei vigili del fuoco, Spisal e nucleo investigativo dei carabinieri di Venezia. Obiettivo degli inquirenti, ovviamente, sarà cercare di stabilire cosa abbia causato quell'incidente che ha distrutto la parte produttiva dell'impianto: se una distrazione o una dimenticanza o una qualche leggerezza nell'applicazione delle disposizioni di sicurezza. Si dovrà capire anche quanto abbia influito l'errore umano dei singoli, e quanto invece abbia contribuito il contesto aziendale-produttivo dello stabilimento, visto che quell'area era più volte finita nel mirino dei sindacati per le condizioni sicurezza.
Quel che è certo, quel che è stato possibile ricostruire finore, è che i due dipendenti della Generalmontaggi di Terni, ditta che si occupa di saldature e gestisce in appalto la manutenzione dell'impianto della 3V Sigma, stavano lavorando su una conduttura di un serbatoio di meta-toluidina da mille metri cubi. All'improvviso una vampata ha investito i due saldatori, un romeno e un indiano residenti a Terni e ora ricoverati nei centri Grandi Ustioni degli ospedali di Padova e Verona con ustioni sul 30 e 50% del corpo, entrambi non in pericolo di vita. Due, a questo punto, i rami dell'inchiesta aperta dalla magistratura e, è bene ribadirlo, al momento senza nessun indagato. Il primo aspetto sarà capire cos'abbia causato un così veloce propagarsi delle fiamme. Resta poi da capire quale sia stato il ruolo dell'impianto antincendio: se abbia funzionato alla perfezione durante l'emergenza o se invece ci siano stati intoppi. «Le procedure di sicurezza dell'azienda, sia sotto il profilo della tutela dell'ambiente, sia sotto il profilo della prevenzione infortuni sul lavoro, sono assolutamente idonee - ha precisato sabato in una nota l'azienda - Tutti i controlli e le ispezioni hanno anche di recente dato esito positivo. L'azienda si dichiara a totale disposizione delle autorità e pienamente collaborativa per la messa in sicurezza dell'area, considerata strategica».
D.Tam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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