LA POLEMICA
PADOVA «Non c'è democrazia interna, non c'è trasparenza.

Mercoledì 14 Febbraio 2018
LA POLEMICA
PADOVA «Non c'è democrazia interna, non c'è trasparenza. Non c'è più nessuno dei nostri vecchi capisaldi. Tutto è stato infangato, e ora è alla deriva». Gino De Pauli, 63 anni, portiere d'albergo in pensione e storico attivista del Movimento 5 Stelle, in una mano tiene una copia del giornale con l'ultima bufera sui rimborsi parlamentari, nell'altra mostra una vecchia chat interna. «Ci si spartiva il potere, l'ho capito nel 2012. I protagonisti dell'epoca sono gli stessi di oggi». A Padova De Pauli non era un grillino qualunque. È stato un attivista della prima ora. «Sono partito addirittura nel 2000 con il comitato vicentino No privilegi politici. Poi ho aderito al gruppo Amici di Beppe Grillo e a tutti i meetup, fino alla nascita del Movimento 5 Stelle, per cui ho dedicato anni intensi». Candidato alle Regionali del 2010 e alle Politiche del 2013, sempre in fondo alla lista. «Diranno che ora critico perché non ho mai ricoperto una carica, ma la realtà è che io non sono mai stato interessato alle poltrone».
È a questo punto che De Pauli riprende in mano il foglio con quella vecchia chat, datata 26 novembre 2012. Erano i tempi delle parlamentarie in vista delle elezioni del 2013. Raphael Raduzzi, attivista di Cadoneghe ora candidato alla Camera, scrive: «Che ne dite se ci troviamo giovedì ad Abano per cercare di far convergere i nostri voti su due o tre candidati per Camera e Senato?». La settimana dopo sul blog di Grillo compare un chiaro invito agli attivisti di tutta Italia: «Il voto è individuale e bisogna evitare che sia pilotato da fantomatiche assemblee o comitati, esclusi categoricamente dal nostro Statuto».
L'INCONTRO
La riunione padovana si terrà il 3 dicembre 2012: all'ordine del giorno la presentazione di ogni candidato. «C'era un notevole imbarazzo - ricorda De Pauli - e io filmai tutto». L'ex attivista tira fuori una chiavetta usb e fa partire le immagini. Il momento-clou, secondo lui, è al minuto 52. «Non si tratta di pilotare voti - dice Stefano Vettori di Selvazzano - ma sarebbe bello se ci rappresentasse in parlamento qualcuno di Padova. Immagino che ognuno ha i suoi amici, ma se riusciamo a concentrare i voti su qualcuno, vuol dire aiutarci ad avere qualcuno che ci rappresenti». Qui De Pauli si inalbera: «Il riferimento era a Giovanni Endrizzi, poi eletto senatore. Lui fu il grande favorito di quella manovra».
Ma perché De Pauli alza la voce ben cinque anni dopo? «Per anni sono stato zitto perché non volevo danneggiare il Movimento, ma ora esiste più». Il suo voto andrà altrove? «Restituirò la scheda. Non mi sento rappresentato da nessuno».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci