LA NOVITÁ
PADOVA É a suo modo una svolta storica. Perchè il quadrilatero

Domenica 21 Novembre 2021
LA NOVITÁ PADOVA É a suo modo una svolta storica. Perchè il quadrilatero
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PADOVA É a suo modo una svolta storica. Perchè il quadrilatero d'oro fra via Trieste e via Valeri che confina con i palazzoni delle banche oggi è ridotto a rifugio di sbandati quando, vent'anni fa, aveva un progetto per due grattacieli e una serie di palazzi a corona. Poi tutto si è fermato e adesso per rifare un piano urbanistico che il Comune possa approvare bisogna avere la proprietà di tutta l'area. Fino ad oggi però ne mancava un pezzetto, proprio il più bello, perchè affacciato su via Trieste. Un cubo da 5.902 metri quadrati rimasto proprietà della Provincia. Che ha tentato di venderlo in tutti i modi a partire dal 2016. Anche perchè i soldi servono all'ente per fare nuove scuole. Si partì nel 2016 da 16 milioni per la prima asta. All'ultima, scaduta venerdì, si era arrivati a 6 milioni.
Ebbene se finora l'offerta era andata deserta ora sono state protocollate due buste. La prima è della società Antenore che fa capo alla famiglia di Costruttori, Pedron, (gli stessi che stanno facendo anche il centro congressi) e che da sempre è interessata, dopo aver risanato i debiti dei vecchi proprietari, a rilanciare l'area d'oro. La seconda è di un Fondo immobiliare lussemburghese Stonehill holdings che evidentemente è qui per fare un po' di speculazione immobiliare. Dunque alla fine ha avuto ragione il presidente Fabio Bui a insistere pervicacemente sul tema. E la soluzione del nodo Pp1 insiema alla ristrutturazione del Selvatico gli permetteranno una chiusa di mandato trionfale.
Vedremo domani alle 12 chi avrà ragione. Ma evidentemente se vincono i nostri questo sarà un passo determinante per vedere finalmente compiersi lo sviluppo di quell'area tanto più che ora rientra nel masterplan redatto per il Comune dall'architetto Stefano Boeri. Il quale però nella sua idea generale taglia la cubatura prevista da 140mila a 120mila metri cubi per ricavarne un parco. Circostanza che non è stata molto gradita dai proprietari ovviamente. I quali aggiudicandosi questa operazione porterebbero a casa i 40mila metri cubi previsti per questa fetta, con la possibilità di spostarli anche in un'altra zona della superficie.
Il Comune d'altro canto sarebbe ben felice di vedere finalmente una luce per quest'area martoriata, anche perché si legherebbe fatalmente al recupero di piazzale Boschetti con le palazzine stile liberty ristrutturate e soprattutto il parco Tito Livio al posto del parcheggio.
Questo posto era il sogno proibito dell'imprenditoria edile padovana. Costruire cottages di città di 600metri quadrati con vista sulla cappella degli Scrovegni. E un grattacielo altissimo, due lame di acciaio e cemento di 108 metri. E tutto intorno palazzi per appartamenti e uffici. Comprarono l'area d'oro della città quella compresa nel quadrilatero fra via Trieste, via Valeri e i palazzoni dell'ex Antonveneta. Era il 2004, pareva niente spendere 30 milioni di euro in sette per quella terra.
Ma da quel momento è stata tutta una salita. Prima i problemi idraulici per piazzare le fondamenta fino a 27 metri sotto terra, poi la crisi del 2009 proprio l'anno della firma della convenzione con il Comune. Le ditte sono fallite e la società Progetto Pp1 è stata affidata alle cure del Tribunale. Di proprietà in proprietà l'area è passata alla Antenore srl che si è occupata dei creditori e ha rimesso la società in bonus. Ha pronto anche un piano che non prevede certo più le due torri abbracciate ma edifici più bassi. Per ottenere il via al Pua (Piano urbanistico attuativo) dal Comune deve contenere tutta la superficie. Ecco il perché dell'ultima offerta.
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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