«La misura è colma, qui si rischia il caos»

Domenica 19 Marzo 2017
«La misura è colma, qui si rischia il caos»
Questa volta potrebbe trattarsi della classica goccia che fa traboccare il vaso: il tentato stupro di una quarantenne ha portato al calor bianco la protesta dei residenti di Bagnoli, esasperati dall'ingombrante presenza di un migliaio di immigrati all'ex base della frazione di San Siro.
Uno stillicidio di episodi piccoli e grandi, comprese altre molestie sessuali, e la tensione è ormai sul punto di esplodere. A meno che il centro non chiuda, e sarà questo l'ultimatum che i sindaci della bassa presenteranno al ministro degli Interni Marco Minniti, in visita martedì a Treviso.
«La misura è colma, o chiude il centro o non garantiamo più l'ordine pubblico» minaccia Roberto Milan, sindaco di Bagnoli, in strada insieme al collega Piva di Agna, ai segretari provinciali di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, per sostenere la protesta popolare esplosa ieri mattina. Decine di persone si sono infatti riunite in presidio a poca distanza dalla ex base dell'aeronautica trasformata in centro di accoglienza per immigrati.
Fosco il quadro da rappresentare martedì a Minniti, a cominciare dalla situazione interna dove convivono diverse comunità divise da etnie, lingue, religioni e antichi rancori. Le baruffe, e qualche volte risse piuttosto violente, sono quasi all'ordine del giorno insieme ai piccoli furti e lo spaccio di droga. Le condizioni di sovraffollamento e il cibo non sempre gradito, causano poi diverse rivolte, l'ultima in ottobre con il deciso intervento delle forze dell'ordine e il successivo allontanamento di un paio di centinaia di immigrati, il cui numero è ora sceso a 760 unità.
Già così, una specie di polveriera, ci sono poi i difficili rapporti con la popolazione. Alcuni ospiti infatti uscirebbero per praticare la prostituzione, altri invece molesterebbero le donne impegnate nei lavori interni. Infine la tentata violenza denunciata da una quarantenne che venerdì verso le 20 stava praticando jogging in campagna. E la abbia esplode. La problematica non si limita a Bagnoli, ma coinvolge l'intera bassa padovana, perché altri stranieri sono ospiti nei diversi comuni della zona, a cominciare da Conetta dove in centinaia sono rinchiusi in un centro ancora peggiore, se possibile, di quello di Bagnoli.
I diversi ospiti infatti sono soliti andare a farsi visita e le ex tranquille strade di campagna sono ora solcate da decine di stranieri in sella a sgangherate biciclette. Una presenza costante, inquietante, che crea nella popolazione un senso di paura e insicurezza. E a nulla vale la presenza dei carabinieri, oltre alla locale stazione c'è anche un distaccamento del Battaglione mobile, e la volonterosa visita del prefetto Renato Franceschelli che ieri è sceso a Bagnoli. Ha portato alla donna vittima della tentata violenza la solidarietà del governo, ha visitato il centro, ha cercato di tranquillizzare i sindaci, promettendo di rinforzare la presenza delle forze dell'ordine. La risposta degli amministratori è stata chiara: non si accettano dilazioni o promesse, il centro deve chiudere. E in fretta, 20 giorni di tempo, poi la protesta diventerà sempre più forte, sempre più eclatante.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci