LA MANIFESTAZIONE
MESTRE L'armata arancione del generale Antonio Pappalardo manifesta

Domenica 31 Maggio 2020
LA MANIFESTAZIONE
MESTRE L'armata arancione del generale Antonio Pappalardo manifesta anche in piazza Ferretto. La mascherina? Non ce l'ha nessuno. Le distanze di sicurezza? Ma quando mai. La protesta dei gilet orange, in fin dei conti, parte proprio da questo teorema ad alto tasso complottista: l'emergenza sanitaria non esiste ed è un'invenzione politica del Governo per schedare le persone. Impossibile, quindi, aspettarsi un rispetto delle prescrizioni anti Covid. Il questore di Venezia Maurizio Masciopinto ha chiesto ai suoi uomini di far notare che dovevano rispettare le regole, ma senza gettare ulteriore benzina sul fuoco (gli animi erano già caldi e si è preferito evitare di arrivare allo scontro). Masciopinto, però, non lascerà correre: la Digos sta procedendo a identificare i partecipanti trasgressori per poi presentare denuncia in procura.
IN PIAZZA
Gli organizzatori avevano preavvisato, nei giorni scorsi, la manifestazione alla questura. Tutto in regola, quindi, quantomeno secondo il protocollo operativo: annunciate circa 500 persone in piazza (secondo la polizia però ieri ce n'erano non più di 200) per la scesa in campo del progetto Pappalardo. E qual è il piano politico del generale (in congedo) dei carabinieri? Eliminare l'euro e tornare alla lira, avere un «Governo eletto dal popolo», no al 5g e, chiaramente, no alle mascherine. Un fenomeno che prende ispirazione dai gilet gialli che un anno fa bloccarono la Francia e che ricorda un altro movimento populista di arrabbiati che sette anni fa prese piede in tutta Italia: i Forconi.
A Mestre, i gilet arancioni scherzano sulla pandemia, sul numero dei morti («hanno detto che mia nonna è morta di Covid ma non le hanno fatto nemmeno il tampone»). Qualcuno trascende anche in spiegazioni mistiche («Siamo sotto il governo di Satana, il Covid c'è perché abbiamo tradito i 10 comandamenti») accolte da urla e plausi di piazza. Il problema però è che alla gran parte dei mestrini (che invece alla pericolosità del Covid, evidentemente, crede) la violazione pubblica delle norme di sicurezza sanitaria non è piaciuta per niente. La nuova fase di apertura è dietro l'angolo, e l'idea che le intemperanze di qualcuno possano far tornare l'incubo lockdown ovviamente ha scatenato anche tanta indignazione sui social.
«NON FAREMO FINTA DI NULLA»
«Non abbiamo avuto problemi di ordine pubblico - commenta il questore Masciopinto - ma i miei uomini hanno cercato di spiegare ai partecipanti che dovevano indossare le mascherine e rispettare le distanze per evitare assembramenti. Non hanno voluto ascoltare? Noi non possiamo fare finta di niente, sono in corso le identificazioni e poi provvederemo a segnalare i responsabili alla procura». Infastidito e amaramente sarcastico anche il prefetto Vittorio Zappalorto. «Le manifestazioni dovrebbero essere ancora vietate ma qui ognuno fa quello che gli pare. A questo punto speriamo che dal 3 giugno cadano tutte le limitazioni e che possano riprendere così a fare tutte le manifestazioni che credono. Così finalmente il virus potrà tornare a contagiare, visto che queste persone sembrano volere esattamente questo. Non siamo ancora al sicuro e si deve capire che questi comportamenti ci mettono fortemente a rischio».
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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