La lettera di Elkann: «L'eredità di Sergio? Nessuno si accontenti della mediocrità»

Lunedì 23 Luglio 2018
IL DOCUMENTO
TORINO «Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio, a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo». Lo scrive il presidente di Fca John Elkann ai dipendenti del gruppo, in una lettera inviata ieri. «Care colleghe, cari colleghi - scrive Elkann - questa è senza dubbio la lettera più difficile che abbia mai scritto».
Continua il presidente di Fca: «Negli ultimi 14 anni Sergio è stato il migliore amministratore delegato che si potesse desiderare e, per me, un vero e proprio mentore, un collega e un caro amico. Ci siamo conosciuti in uno dei momenti più bui nella storia della Fiat ed è stato grazie al suo intelletto, alla sua perseveranza e alla sua leadership se siamo riusciti a salvare l'azienda e a porre le basi per un futuro migliore e più sicuro per noi tutti».
Quindi le espressioni di gratitudine. E ancora: «Come lui stesso ha detto più volte, il vero valore di un leader non si misura da quello che ha ottenuto durante la carriera ma da quello che ha dato. Non si misura dai risultati che raggiunge, ma da ciò che è in grado di lasciare dopo di sé».
Ed ecco la conclusione: «L'eredità che ci lascia parla di ciò che è stato davvero importante per lui: l'idea che esiste sempre la possibilità di migliorare. I suoi insegnamenti, l'esortazione a non accettare mai nulla passivamente, a non essere soddisfatto della mera sufficienza sono ormai parte integrante della nostra cultura in Fca: una cultura che ci spinge ad alzare sempre l'asticella e a non accontentarci mai della mediocrità. Questo è solo uno dei tanti esempi di quanto Sergio fosse un leader vero e molto raro».
D.Pir.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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