La giovane aveva un piano pronto con i Servizi sociali per lasciarlo

Sabato 19 Ottobre 2019
La giovane aveva un piano pronto con i Servizi sociali per lasciarlo
IL DOLORE
ADRIA Una morte, quella di Giulia, che per molti forse poteva essere evitata, se si fosse intervenuti prima. La difficile situazione familiare era conosciuta ai Servizi sociali del Comune, su segnalazione di persone vicine alla ragazza, tanto che qualche giorno dopo l'aggressione che l'avrebbe portata alla morte, Giulia aveva programmato un incontro con i Servizi sociali che avevano studiato per lei, in vista della separazione, una sorta di percorso accompagnato di uscita dalla situazione familiare. Forse è stata la molla che al termine dell'ennesima discussione ha fatto scattare la furia omicida dell'uomo, noto alle forze dell'ordine.
LUCI IN CORTEO
La città, intanto. scende in strada per ricordare Giulia Lazzari. Lo farà con una fiaccolata per non spegnere la luce sul femminicidio della 23enne e su tutti gli episodi di violenza di genere. L'amministrazione comunale ha organizzato per stasera una fiaccolata con ritrovo alle 19.30 in piazzetta Marin. Il corteo si snoderà lungo corso Vittorio Emanuele prima di fare tappa in piazza Groto. Qui il primo cittadino Omar Barbierato depositerà, in ricordo della ragazza e anche di altre donne strappate alla vita, un mazzo di fiori sulla panchina arancione, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. La manifestazione, alla quale hanno aderito tutte le associazioni del tessuto cittadino, proseguirà verso piazza Garibaldi per concludersi davanti alla grotta di Lourdes della cattedrale. Qui è previsto un momento di riflessione.
IL CORDOGLIO
Alle Case rosse, dove vivevano Giulia e Raffaele dai genitori di lui, nessuno vuole parlare, dalle famiglie ai vicini. La città, però, si stringe attorno alla famiglia di Giulia, strangolata dal marito, il 28enne Roberto Lo Coco, e spentasi dopo nove giorni di agonia in un letto d'ospedale. Si stringe attorno alla sua figlioletta di soli 4 anni che manteneva con il suo lavoro di cameriera, mentre lui risultava disoccupato e tossicodipendente. Giulia aveva studiato all'istituto alberghiero Cipriani prima di abbandonare gli studi il terzo anno, quando aveva iniziato a frequentare Lo Coco nonostante gli amici l'avessero più volte invitata a interrompere la relazione.
«La morte di Giulia - afferma Lamberto Cavallari, capogruppo di Cavallari 2.0 - non può trovare giustificazione. Ci troviamo di fronte a una una vita spezzata e una famiglia distrutta per sempre. Non sono più accettabili morti come queste. Sono una ferita per tutti noi. È necessario fornire risposte concrete a questa nuova emergenza che colpisce i più deboli, i più fragili. Si lavori sui più giovani per cambiare una mentalità e una cultura che ancora trattano la donna come un oggetto su cui esercitare il proprio potere. Alla famiglia di Giulia e alla bambina la nostra vicinanza».
La Consulta per il volontariato sociale si stringe al dolore della famiglia per la tragica perdita della figlia Giulia. «Una vita stroncata per la mania di possesso, per vietare la libertà altrui, per quel dover stare insieme che ha perso il contatto con l'amore, per quell'io tanto povero che dimentica gli altri, che dimentica il noi, quel noi che ha vita e futuro». La città, che chiede giustizia per Giulia e per la sua piccola, si interroga anche sui perché di una tragedia che sembrava essere scritta sul profilo social dell'uomo.
Guido Fraccon
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