LA GIORNATA
ROMA Sul decreto fiscale i giallo-verdi a un passo dalla crisi di

Venerdì 19 Ottobre 2018
LA GIORNATA
ROMA Sul decreto fiscale i giallo-verdi a un passo dalla crisi di governo. Nessuna denuncia in Procura da parte di Di Maio ma quel testo uscito dal Cdm modificato da una manina' «deve cambiare o salta tutto», la posizione M5S. «Noi minaccia Luigi Di Maio - non possiamo votare un condono che crea uno scudo penale per chi evade». No, il dl resta così», l'alt imposto da Salvini. Mai si era surriscaldato così il clima tra M5S e Lega. Con il premier Conte che ieri ha cercato di fare da paciere. «Non stravolgerò certo i testi. So cosa abbiamo deliberato, so quali erano gli accordi a monte», ha detto provando da una parte di gettare acqua sul fuoco («mi riservo di valutare la disposizione normativa e mi riservo di ripresentarla») e dall'altra ad alzare la voce: «Ho convocato un Consiglio dei ministri. Ci sarà perché decido io. Se sarà presente Salvini non lo so: in questo momento c'è la campagna elettorale. Avremo la possibilità di confermare o nel caso dirimere qualche dubbio politico che è sorto».
L'APPUNTAMENTO
Una riunione, domani, che assuma una nuova determinazione in materia di fisco: questa l'exit strategy concordata dal presidente del Consiglio e da Di Maio. Ma che ha irritato non poco il partito di via Bellerio. Al Cdm non parteciperà nessun leghista. «Nel week end sarò con i miei figli, poi entro in clima derby», fa sapere Salvini. Alludendo non ai contrasti tra i due partiti di maggioranza ma alla partita Inter-Milan. «Io ha sottolineato - quando firmo un contratto o approvo un decreto lo mantengo ma non e' che possiamo ricominciare tutto daccapo. In Consiglio dei ministri c'erano tutti, eh. Mica c'ero solo io». «Questi sono inaffidabili», si è sfogato Giorgetti che nel pomeriggio ha visto i sottosegretari della Lega per un tagliando sulla manovra. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è convinto che quella di Di Maio sia tutta una «sceneggiata» a causa delle divisioni interne e in vista della festa M5S.
Ma il vicepremier M5S è netto: ««Lo spread è a 327 perché i mercati pensano che questo governo non sia più compatto. Adesso avverte - il tema è politico ed ha bisogno di un chiarimento politico». «Sono fermamente contrario allo scudo fiscale», la posizione tranchant del presidente della Camera, Fico. «Se qualche nostalgico del passato pensa di fermare il cambiamento si sbaglia. Alle Camere invierò solo un testo pulito: con noi niente scudi né condoni», promette il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro.
LUIGI E IL VERBALE
Sia Di Maio che Salvini concordano sulla necessità che occorra marciare «compatti e uniti», ma al momento tra i due è calato il gelo. «Chi pensa a requiem di questo governo sbaglia di grosso», mette le mani avanti Di Maio mentre Salvini dice di apprezzare il tentativo di mediazione di Conte. Intanto litigano anche i viceministri Castelli (M5s) e Garavaglia (Lega). «L'accordo raggiunto prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri», dice la prima. «La collega Castelli così come me ha ricevuto i testi già venerdì scorso. Durante il Cdm Giorgetti è uscito. A quel punto il regolamento prevede che il verbale continui a farlo ministro più giovane, che guarda caso è Di Maio», osserva il secondo.
Lo scontro si allarga anche al nodo Rc auto, con la Lega, questa volta, nella parte di chi contesta: la norma su un aumento delle assicurazioni al Nord come effetto della manovra «non è stata né vista né condivisa», sottolinea Garavaglia. La norma è stata inviata alla Lega martedì, replica il M5S
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci