LA GIORNATA
CAVARZERE «E adesso vogliamo tornare a Jesolo». I quaranta

Giovedì 6 Agosto 2020
LA GIORNATA CAVARZERE «E adesso vogliamo tornare a Jesolo». I quaranta
LA GIORNATA
CAVARZERE «E adesso vogliamo tornare a Jesolo». I quaranta migranti ospitati, in quarantena, in due località di campagna (Rovigata e Rossetta) nel territorio di Cavarzere, hanno cominciato ad agitarsi martedì sera. Quello è stato il momento, infatti, in cui è stato loro comunicato ufficialmente che il risultato dei loro tamponi era negativo al Covid-19 per la seconda volta consecutiva.
NESSUN PIANO
Un esito che significava la liberazione dalla quarantena. Peccato che nessuno avesse previsto cosa fare in tale eventualità: dove trasferirli, come alloggiarli, con quali mezzi trasportarli. E così loro hanno cercato di fare da sé. Cosa più complicata per quelli di Rossetta, lontani dalle strade principali del Veneziano, ma relativamente facile per quelli di Rovigata che, con una passeggiata di un paio di chilometri, hanno raggiunto la regionale Piovese e si sono messi in attesa di qualcuno che li andasse a prendere. Chi aveva, da prima, un regolare contratto lavorativo, nei campi o in qualche cantiere, ha chiamato il datore di lavoro, per poter riprendere l'attività di prima; chi era disoccupato voleva, comunque, tornare a Jesolo, dove aveva conservato amicizie, rapporti e, forse, qualche occasione da sfruttare.
I carabinieri, che li tenevano d'occhio da oltre due settimane, non hanno potuto fermarli perché, non più positivi, non potevano essere limitati nella libertà personale. Ma la loro presenza sulla strada è stata notata da parecchi automobilisti cavarzerani che hanno interpellato anche il sindaco per capire cosa stesse succedendo: partenze, fughe, nuovi arrivi? «Come al solito non ero stato avvertito di nulla dice il sindaco, Henri Tommasi e ho subito chiamato il Prefetto per capire come volesse muoversi. Mi ha detto di aver chiesto, con l'approssimarsi dei risultati clinici, direttive alla Regione da quasi dieci giorni e di non aver avuto alcuna risposta. Resta il fatto che queste persone sono per strada, senza alcun obbligo di rientro e senza alcuna destinazione. Se sapessi dove portarli organizzerei io stesso un pullman».
VOLEVANO ANDARSENE
Che il problema si sarebbe presentato era nell'aria da alcuni giorni. Gli stessi migranti avevano manifestato più volte ai carabinieri che li sorvegliavano l'intenzione di andarsene il prima possibile e i militari avevano dovuto metterci molta buona volontà e diplomazia per convincerli a non forzare i tempi. Tuttavia già l'arrivo della prima serie di tamponi negativi aveva sollecitato gli animi. Venerdì scorso, poi, la Lega aveva organizzato una raccolta di firme al mercato settimanale contro la permanenza di migranti a Cavarzere. Una posizione non legata alla contagiosità dei quaranta trasferiti da Jesolo due settimane prima, ma al problema dell'accoglienza degli immigrati, più in generale, con particolare riguardo al fatto che l'arrivo di queste persone era stato imposto dalla Prefettura. Le 300 firme raccolte sono state consegnate al Prefetto proprio ieri. Venerdì, comunque, il capogruppo della Lega, Pierfrancesco Munari, aveva detto di sapere ufficiosamente che i migranti di Cavarzere erano tutti negativi a due tamponi consecutivi. Il sindaco, quello stesso giorno, diceva di non aver ricevuto comunicazioni in proposito. Un copione già visto che ieri è arrivato al capolinea. Tecnicamente i migranti in questione sono affidati a due cooperative che li hanno alloggiati nei due casolari di campagna di cui sopra, seguiti da operatori preparati. Se quelli usciti ieri non rientrano in tempi ragionevoli, perderanno il diritto all'accoglienza di cui hanno goduto finora. A quanto risulta, tuttavia, un certo numero di loro ha già fatto ritorno nei due alloggi assegnati e i carabinieri, assicura Tommasi, «continuano a sorvegliare il territorio h24».
Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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