LA GIORNATA
BELLUNO Un nuovo morto per coronavirus e la letalità del covid

Martedì 7 Aprile 2020
LA GIORNATA
BELLUNO Un nuovo morto per coronavirus e la letalità del covid 19 in provincia sfiora il 6%. Un bilancio pesante, che vede il numero dei caduti a causa del contagio salire a quota 33: ieri mattina, infatti, è arrivata la notizia di un nuovo morto, un bellunese di 89 anni deceduto a causa del virus nella Unità Operativa Pneumologia del covid hospital nel San Martino di Belluno. Secondo i dati Usl è la vittima numero 27, ma vanno aggiunti i 6 decessi avvenuti nelle case di riposo bellunesi e si arriva così a 33 morti su un totale di 577 tamponi positivi. I bellunesi ancora positivi invece, stando al dato del bollettino di Azienda Zero diffuso ieri sera, sono 518. Le persone in isolamento 1328. Quasi 10mila i tamponi effettuati nel Bellunese dall'inizio dell'emergenza. Gran parte a personale sanitario: i tamponi effettuati ai dipendenti della Usl 1 Dolomiti sono infatti 4673 per 1747 persone oggetto di tampone)alcuni lo hanno ripetuto più volte).
I DATI
La giornata di ieri è iniziata con una diretta dal suo canale Facebook del direttore generale della Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, che ha aggiornato sull'emergenza. Ha voluto iniziare con le buone notizie: «Dal 21 febbraio ad oggi sono state 45 le dimissioni di persone che erano risultate positive e dal 30 marzo a 7 aprile ci sono state 33 nuove nascite». Ma ieri si sono registrati anche 20 nuovi positivi e la curva del contagio continua a crescere, seppur più lentamente. «I ricoveri in area critica sono 9 - ha proseguito il dg Rasi Caldogno - 42 i pazienti in area non critica, 35 di questi a Belluno e 7 a Feltre. Infine 27 i degenti negli ospedali di comunità. I dati ad oggi, per quanto riguarda la situazione delle degenze, pur stazionaria, lasciano intravedere un leggero segno di miglioramento per la terapia intensiva. Ma questo elemento ci porta ancora a ricordare l'importanza di stare a casa».
CASE DI RIPOSO
Nelle case di riposo, intanto, continua l'attività di screening, partita a fine marzo. Venerdì scorso (3 aprile) sono state visitate le strutture di Fonzaso, Santo Stefano, Pieve di Cadore e Livinallongo. Tra sabato e domenica sono stati fatti tamponi a Trichiana, Feltre, Pedavena, Santa Croce del Lago (Alpago) e Cortina, oltre a nuovi tamponi a Fonzaso e Santo Stefano. Ieri Agordo, Belluno e Lamon, oggi Taibon e Zoldo. In totale sono stati effettuati 1.147 tamponi a dipendenti dei Centri di Servizio (alcuni sulla stessa persona) e 200 tamponi agli ospiti. «Al 6 aprile - fa sapere l'Ulss 1 Dolomiti - risultano positivi 72 ospiti e 30 dipendenti». «Fin dall'inizio di questa emergenza - ha detto ieri il dg Rasi Caldogno - sono state adottate delle misure precise e severe per limitare al massimo e proibire l'accesso di persone che non fossero di personale addetto all'assistenza delle case di riposo stesse e abbiamo costituito una task force di operatori per dare il massimo supporto in questa emergenza. Si proseguirà nello screening con utilizzo dei cosiddetti test rapidi e successivo approfondimento nell'eventualità con tamponi specifici».
IL CASO
Sono 23 in totale gli ospiti della casa di soggiorno Villa Don Gino Ceccon positivi al coronavirus, sul totale di 55 anziani ospiti. A comunicarlo la stessa dirigenza della struttura di Santa Croce del Lago in Alpago, che, a differenza della casa di Puos, informa con comunicati quasi quotidiani sull'andamento dell'emergenza. «Alcuni dei 23 ospiti positivi presenta sintomi lievi di febbre e raffreddamento - spiegano -, la maggior parte risultano oggi asintomatici. Gli ospiti positivi sono stati messi in isolamento al primo piano della struttura, che è stato interamente dedicato ai casi di Covid19. Ora nonostante i molti casi positivi la situazione è stabile e sotto controllo, ovviamente costantemente monitorata dai sanitari e dall'Usl». Dei 45 dipendenti 10 sono risultati positivi. Ora si procederà alla «disinfezione completa della casa con il metodo aerosol termico, o secco a base di cloro. Si partirà dai piani di residenza degli ospiti, per poi passare agli ambienti comuni ed infine al piano Covid19». «Questo per far sì che tutti gli ospiti negativi afferma il direttore Marco Sossai - possano continuare a muoversi in ambiente sanificato, a tutela loro e degli operatori. La sanificazione verrà fatta gradualmente perché servono circa tre ore di ambiente vuoto per eseguire l'operazione e areare il locale».
Olivia Bonetti
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