LA FOTOGRAFIA
BELLUNO È Belluno la provincia del Veneto con il maggior numero

Sabato 7 Novembre 2020
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BELLUNO È Belluno la provincia del Veneto con il maggior numero di ospiti positivi nelle case di riposo (in termini percentuali). Quelli con il coronavirus sono il 6,8 per cento, due punti in più di Vicenza e 2,2 in più di Treviso: positivi al Covid 145 sugli oltre 2mila 125. Da inizio pandemia sono 120 gli ospiti delle residenze per anziani deceduti in provincia.
LE VARIAZIONI
Salgono i contagi ad Auronzo di Cadore, a Cortina d'Ampezzo si parla di una fase di rientro, tanto che la casa di riposo Majoni è stata in grado di accogliere ospiti da altre case di riposo (Auronzo e Santo Stefano di Cadore). A Meano di Santa Giustina e a Limana la situazione rimane invariata, i contagi si sono fermati ma sono parecchi i positivi. Il direttore generale della Usl, Adriano Rasi Caldogno, ieri ha parlato di una situazione in miglioramento «a Pieve di Cadore e a Ponte nelle Alpi».
LA MAPPA
«Stanno emergendo nuove positività rispetto alle 43 dei giorni scorsi afferma dalla Rsa Beata Gaetana Sterni di Auronzo di Cadore, la direttrice Teresina Perin De Iaco -. Pare che la Usl venga in soccorso permettendoci di trasferire qualche ospite all'ospedale di comunità di Auronzo». Com'è l'umore degli anziani? «Sono abbastanza sereni e tranquilli afferma la direttrice la maggioranza vive una situazione di pre Covid, il problema è l'affanno del personale». La presidente della Fondazione Casa riposo di Meano, Cristina Balest avvisa che la struttura è in attesa dell'esito dei molecolari. Conta, attualmente 17 ospiti positivi e un unico dipendente contagiato. «Al momento stiamo reggendo, ma la situazione può evolvere in ogni momento. Siamo in stretto contatto con l'azienda sanitaria e con l'equipe Usca (le unità speciali attivate per contrastare le emergenze Covid). La struttura ha un'area Covid e un'area a parte. Tutto il personale è stato collaborativo e di grande disponibilità», chiude Balest. Al Centro Servizi per persone anziane Ing. Testolini di Limana gli ospiti affetti da Covid sono 38, il personale si attesta ad una decina. Il vice sindaco Edi Fontana spiega: «Con il grande sforzo da parte degli operatori che si stanno dando tanto da fare, noi riusciamo a fare fronte a quelle che sono le esigenze del servizio. È chiaro che soffriamo, come tutte le case di riposo, della mancanza di personale. Su questo bisogna capire come possiamo organizzarci. Adesso abbiamo una situazione in cui si fa il possibile per assicurare il servizio. Appena la situazione si sistemerà informa Fontana - riprenderemo con le videochiamate e le telefonate e tutto ciò che possa allietare gli anziani». A Pieve di Cadore la situazione non è ancora rientrata, come ha riferito la stessa Usl, ma il direttore della Rsa Le Marmarole risponde con un no comment: «Aggiorniamo il Dipartimento e l'azienda sanitaria, per il resto non rilascio dichiarazioni».
I SINDACATI
Andrea Fiocco, Funzione pubblica della Cgil spiega: «La tempesta Covid si sta allargando nelle case di riposo della provincia di Belluno. Emerge sempre più, nella sua devastante importanza, la carenza di personale, anche perché sono gli stessi lavoratori ad ammalarsi fa sapere il sindacalista -. I professionisti della sanità e del socio assistenziale mancano in tutta Italia, in questo periodo poi le rsa bellunesi ne hanno persi molti, soprattutto infermieri e oss, reclutati dalle Uls anche grazie all'autorizzazione della regione a dare fondo alle graduatorie concursuali». Come si può risolvere allora la situazione? «Respingiamo l'idea di utilizzare l'osss, l'operatore specializzato, perché non è contrattualizzato. Poi, per accrescere numero di professionisti bisogna avvicinare la formazione alla gente, soprattutto per le oss. Difficile pensare che una persona di Arabba vada tutti i giorni a Belluno a fare un corso per oss. Infine le regole per l'accreditamento delle strutture sono vecchie e fanno sempre sembrare gli organici adeguati, mentre sappiamo che ci sono salti di riposo e molte ore di straordinario. Significa che manca personale, quando arriva l'emergenza il problema emerge in maniera drammatica».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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