LA DEVASTAZIONE
PARIGI Diciotto sabati, e gli Champs Elysées bruciano ancora.

Domenica 17 Marzo 2019
LA DEVASTAZIONE
PARIGI Diciotto sabati, e gli Champs Elysées bruciano ancora. Eric Drouet, il camionista leader dell'ala più dura del movimento dei Gilets Gialli, lo aveva annunciato via Facebook: questo sarà il diciottesimo atto, il sabato dell'ultimatum, poi basta marce, si passerà a qualcosa di diverso. L'obiettivo era rimobilitare le truppe stanche, e diluire i risultati del grande dibattito nazionale voluto da Emmanuel Macron e appena concluso.
PROTAGONISTI
Ma ieri, lungo l'avenue degli Champs Elysée, a mobilitarsi sono stati soprattutto i casseurs, i saccheggiatori, i più radicali. Ci sono state devastazioni e fiamme, fin dal mattino. Scontri con la polizia, lacrimogeni, lanci di pietre e anche qualche molotov. Sgnificativo il paragone con l'altra piazza della protesta, alla Republique: lì 45 mila persone per il clima e nessun incidente, qui meno di duemila persone e ristoranti devastati, templi del lusso, ma anche chioschi di giornali, venditori di telefonini, Disneystore e Zara, la boutique del Paris Saint-Germain, fermate dell'autobus, macchine, motorini e banche date alle fiamme.
In tutta Parigi i gilets jaunes mobilitati sono stati 10 mila, in Francia 32.300 contro i 28.600 di una settimana fa. Ma i gilets fanno altri conti: rivendicano 230 mila manifestanti in tutto il Paese. «Abbiamo capito che quando si distrugge, ci stanno di più a sentire» dichiarava ieri pomeriggio Johnny 37 anni, direttore di un doposcuola nelle Ardennes. Con altri Gilets jaunes si faceva fotografare davanti alle rovine fumanti del ristorante di lusso Fouquet's.
CRITICHE
A metà giornata, in mezzo alla guerriglia si è presentato perfino il primo ministro Edouard Philippe. E' venuto a incoraggiare i poliziotti mentre le immagini del presidente Macron, volato a raggiungere Brigitte sui Pirenei dopo un tour di visite in Africa, alimentavano subito la polemica. «Mentre Parigi brucia, Macron scia» ha tuonato Lydia Guirous, portavoce dell'opposizione dei Républicains. Ha colto nel segno, visto che il presidente è tornato ieri sera a Parigi in tempo per partecipare a una riunione di crisi al ministero dell'Interno.
Il bilancio della giornata indica una nuova radicalizzazione del movimento e soprattutto il ritorno delle violenze: quasi 250 i fermi, una sessantina i feriti, fra cui 17 poliziotti (uno più grave ha ricevuto una pietra in testa), un pompiere e 42 manifestanti (uno colpito da flashball).
«Inaccettabile ha detto il premier Philippe Quelli che giustificano o incoraggiano questi atti sono complici». Ma molti gilets jaunes, arrivati sul tardi sugli Champs Elysées per costatare i danni, il Fouquet's distrutto e la boutique Bulgari sventrata, questa volta non hanno ripudiato le violenze: «sono i blackbloc che fanno andare avanti le cose, noi siamo troppo pacifisti» commentava Jean, 28 anni, di Nancy, alla sua prima manifestazione a Parigi.
CONDANNE
La sindaca di Parigi Anne Hidalgo in compenso ha condannato «con la più totale fermezza, queste insopportabili esazioni». Il ministro dell'Interno Castaner ha parlato di «almeno 1500 ultraviolenti, professionisti del teppismo». Un centinaio saranno giudicati già domani. Il dramma si è sfiorato quando le fiamme appiccate all'agenzia di una banca si sono propagate a tutto l'edificio, un immobile in pietra grigia sull'avenue Roosvelt. I pompieri sono dovuti intervenire per sgomberare tutto l'edificio, e liberare in particolare una mamma col figlio piccolo rimasta bloccata dalle fiamme al secondo piano. «Qui non si tratta di casseurs né di manifestanti ha detto il ministro Castaner qui si tratta soltanto di assassini».
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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