La delusione di chi la considerava ormai blindata

Martedì 18 Febbraio 2020
La delusione di chi la considerava ormai blindata
IL RETROSCENA
MESTRE «È stata una doccia fredda - ha commentato Gianluca Trabucco, uno dei coordinatori della sinistra che si riconosce ne Il nostro impegno per la città (Articolo 1, Verdi, Possibile, Sinistra italiana e Rifondazione) -: ieri pomeriggio al tavolo di tutte le forze del centrosinistra dovevamo trovarci per mettere il timbro di fatto sulla candidatura di Gabriella Chiellino, perché negli incontri di questi giorni aveva ottenuto il risultato che tutti volevamo, mettere assieme un fronte più ampio possibile per provarci davvero contro Brugnaro».
Non ci era riuscito nemmeno il rettore Michele Bugliesi che, proposto dal Pd e appoggiato dai moderati di Ugo Bergamo, Più Europa, Italia in Comune e Italia Viva, era stato fermato sulla trincea della sinistra. E anche per questo la carta Chiellino - imprenditrice che vende progetti invece di lavoro, esperta di ambiente anche se contestata da parte degli ambientalisti, cattolica e legata al mondo cattolico, aperta ai movimenti più nuovi come quello delle sardine - era vista come un mezzo miracolo: era riuscita, infatti, a mettere assieme quasi tutti, a parte il Gruppo XXV Aprile che l'accusava di conflitti d'interesse e si era tirato fuori già nei giorni scorsi, e Un'altra città possibile che domenica sera aveva ancora perplessità.
Il centrosinistra, insomma, aveva accarezzato l'idea di poter dare agli elettori un'alternativa a Luigi Brugnaro, e aveva anche fatto due conti: con una coalizione davvero unita, che lavora per lo stesso candidato, il 27 o 28% del Pd si può unire al 7 o 8% di verdi e sinistra, al 3 o 4% di Bergamo, più o meno a un altro 10% tra moderati e civiche. Vedevano, insomma, il traguardo del ballottaggio, dopodiché al secondo turno potrebbero essere della partita anche i 5 Stelle e non solo.
Se all'ultimo momento non si deciderà di fare le primarie e se entro qualche giorno non si troverà un altro candidato che metta assieme tutti com'era riuscita a fare la Chiellino (pur con tutti i distinguo e le incertezze che ancora regnavano soprattutto sui temi di Porto Marghera, delle grandi navi, della tutela della laguna), con due o addirittura più candidati delle opposizioni all'attuale sindaco, la sconfitta è più che certa e senza neanche l'onore delle armi.
Il rischio, infatti, è che riparta il gioco dei veti incrociati, non solo tra le varie forze ma addirittura dentro allo stesso Pd nel quale i renziani si sono dimostrati piuttosto freddi nei confronti della Chiellino, o l'ex Dem Giorgio Calenda, fondatore di Azione, era giunto a Mestre plaudendo a Brugnaro civico mentre aveva di fianco Michele Bugliesi ancora candidato in pectore. (e.t.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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